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DOCUMENTI

L'Italia del Nord 

Chi viene dal Nord, dopo alcuni giorni di permanenza in Roma, sente sorgere in s� la nostalgia della lotta dura e difficile, che nell'Italia settentrionale ferve implacabile contro i nazifascisti.

Qui, cessata l'attivit� cospirativa - sfociata al momento della liberazione di Roma in una inaspettata passivit� che ha deluso le nostre fondate speranze - la vita politica ha assunto un aspetto da "corridoio dei passi perduti".

Chi giunge dal Nord riceve la penosa impressione che qui si sia troppo presto dimenticato che la lotta contro il nazi-fascismo non solo non � ancora terminata, ma � oggi al suo culmine.

Nel Nord, invece, la lotta continua ad assumere aspetti, che qui sono stati ormai dimenticati. Da mesi le formazioni partigiane sostengono con coraggio e abnegazione una lotta aspra contro la belva nazista, che pi� sente avvicinarsi l'ora della sua fine, pi� diventa feroce. Queste formazioni per opera dei partiti facenti parte del CLN hanno assunto un inquadramento che si pu� dire perfetto, e sono controllate finalmente da un comando unico. Alla lotta delle formazioni partigiane fa riscontro nei centri cittadini l'attivit� cospirativa dei partiti politici, attivit� tenace, continua, nonostante le SS tedesche e italiane cerchino in tutti i modi di stroncarla con la sorveglianza, che si fa ogni giorno pi� rigorosa e con minacce e rappresaglie di ogni sorta.

Le rappresaglie sono incessanti  feroci. I partigiani che vengono fatti prigionieri, dopo orribili sevizie, sono fucilati; i villaggi che hanno ospitato partigiani vengono incendiati. Abbiamo visto noi alzarsi dalle montagne liguri le fiamme di questi criminosi incendi: Bedonia, Sesto Chiavarese, Borgotaro, Santa Maria del Taro, Follo, Piana di Bettollo, non sono oggi che un cumulo di rovine.

Abbiamo parlato con povere madri, che piangendo ci narravano, come sotto i loro stessi occhi, i soldati tedeschi avessero violentato le loro figliole, colpevoli di aver assistito i partigiani; abbiamo visto contadini contemplare esterrefatti i loro campi devastati, i loro ulivi tagliati alla base, i vigneti distrutti per opera della soldataglia tedesca.

Ma queste feroci rappresaglie non valgono a piegare le popolazioni del Nord. Nelle vallate si continua a combattere con pi� ardore di prima, nei centri cittadini la lotta assume sempre pi� un aspetto minaccioso contro l'oppressore. La stampa clandestina � in continuo aumento (basti ricordare che il nostro Partito in questi ultimi mesi ha portato la tiratura dell'Avanti! da 5.000 a 15.000 copie ed � uscito con sei nuovi giornali: "L'Operaio", "La Terra", "La Rivoluzione socialista", "La Campagna", "Il Partigiano" - per le Brigate Matteotti - "L'Edificazione socialista" per i professionisti, i tecnici e gl'impiegati).

Le manifestazioni di protesta si fanno sempre pi� numerose e concordi: comizi volanti, tenuti in pieno giorno nelle piazze e nelle officine, scioperi di protesta contro i soprusi delle autorit� tedesche e fasciste, come quelli di recente avvenuti a Genova, a Savona e a Torino per impedire che i tedeschi asportassero dalle officine le macchine; atti di sabotaggio che paralizzano i trasporti e la produzione bellica tedesca.

E', insomma, tutto un popolo che nel Nord � in piedi, deciso a battersi con le sue sole forze contro l'oppressore nazista.

In testa a questo popolo sta la classe operaia, la quale getta nella lotta i figli suoi migliori, dimostrando cos� come essa sia all'altezza del compito assegnatole dalla storia e che � quello di essere di guida al popolo italiano nel futuro rinnovamento democratico, che aprir� la strada al socialismo.

Questa prova di sacrificio, questa ferma volont� di lotta dovrebbero persuadere il Comando Alleato, che � ingiusto negare al popolo italiano l'onore e il diritto di battersi a fianco delle Nazioni Unite.

Questo popolo, gettato nell'abisso dalla criminosa foll�a fascista, vuole da questo abisso risollevarsi con le sue stesse forze per poter essere domani padrone del proprio destino. Non gli si pu� negare questo diritto. Sospingerlo alla lotta quando ancora si trova solo con la sua fede e con le poche armi di cui dispone, e poi disarmarlo dopo che, come Firenze, ha dato prove di coraggio e di sacrificio da far stupire gli stessi ufficiali inglesi, non � n� giusto n� generoso.

Ma la lotta, che le masse lavoratrici del Nord sostengono con tanto coraggio contro il nazi-fascismo, e di cui noi sentiamo la viva nostalgia, � anche un rimprovero e un monito per le forze della reazione, che qui in Roma cercano di risorgere.

Ci si intenda bene. Le masse lavoratrici del Nord, non si battono con tanto eroismo e con tanta abnegazione per aprire la strada ad una nuova reazione, ma esse di battono e si sacrificano perch� sono fermamente persuase che questa � la lotta non solo per l'indipendenza, bens� anche per la Repubblica e per il Socialismo.

Questa � la volont� delle masse lavoratrici del Nord, volont� che sar� decisiva per le sorti del popolo italiano. 

S. PERTINI
Italia del Nord
Avanti!, 24 agosto 1944


Documenti Fondazione di Studi Storici Filippo Turati   Documenti Associazione Nazionale Sandro Pertini   Materiale consultabile su CD-Rom

 

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