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GIUSEPPE GARIBALDI
tra storia e mito
Il testo dell'intervento
del prof. Maurizio Degl'Innocenti,
presidente della Fondazione
di studi storici "Filippo Turati"
alla cerimonia di inaugurazione della mostra
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Signor
Presidente, Autorit�, Signore e signori
Il progetto Giuseppe Garibaldi tra storia e mito, progettato
e curato dalla Fondazione di studi storici �Filippo Turati�
e dalla Fondazione �Spadolini-Nuova Antologia�, sotto l�Alto
Patronato del Presidente della Repubblica, costituisce
senz�altro uno dei momenti pi� significativi delle
iniziative promosse nel bicentenario della nascita di
Garibaldi, innanzitutto per il patrocinio e il contributo
del Comitato Nazionale a ci� preposto e della Regione
Toscana, poi per la sede, infine per la significativa
partecipazione e collaborazione di enti pubblici, di poli
museali, di Comuni -ovviamente in modo tutto particolare
quello di Firenze-, di biblioteche, di associazioni, di
privati. Ragioni di spazio e di tempo ci hanno impedito di
accogliere tutte le offerte pervenuteci, da tutta Italia. Ma
tutte le abbiamo accolte idealmente.
Interpretiamo tale partecipazione come il segno di una
comunit� che, intorno ad uno dei suoi figli prediletti o, se
si preferisce, ad uno dei suoi simboli identitari, riflette
su se stessa; di una comunit� che si ritrova.
In un momento non facile della vita nazionale, valutiamo ci�
positivamente, tanto pi� che sappiamo essere proposito delle
istituzioni dello Stato, a diverso livello, promuovere e
coordinare iniziative sulla storia nazionale e repubblicana
in particolare, che culmineranno nel 2011 in occasione del
centocinquantesimo anniversario dell�Unit�.
Abbiamo la presunzione di ritenere che la presenza oggi del
Capo dello Stato, che ringrazio per conto di tutti gli enti
sopra citati, sia di apprezzamento e di incoraggiamento.
Il progetto Giuseppe Garibaldi tra storia e mito si articola
in tre momenti: l�esposizione, nelle sale della Meridiana,
nello scenario prestigioso di Palazzo Pitti; l�audiovisivo,
prodotto dalla Mediateca regionale della Toscana; il volume,
per i tipi Lacaita, curato da me e dall�amico Cosimo Ceccuti.
L�esposizione, resa possibile dalla collaborazione della
Sovrintendenza speciale del polo museale fiorentino,
presenta opere di grande rilievo artistico, provenienti
dalla Pinacoteca di Brera e dal Museo del Risorgimento di
Milano oltre che dalle collezioni di Palazzo Pitti, e una
raccolta particolarmente significativa della collezione
della Fondazione Spadolini, nonch� cimeli e �pezzi�
provenienti da Comuni, enti pubblici, associazioni
garibaldine e privati. In tutto sono circa 200 pezzi,
sapientemente disposti in sei sale dall�architetto Linari.
Oltre ad opere di grande pregio artistico- come quelle di
Bouvier, De Albertis e Induno- insieme ad altre appartenenti
alla pi� classica iconografia risorgimentale, come il quadro
di Legat sulla battaglia di Calatafimi, commentata
nell�audiovisivo da Franco Della Peruta, si potranno
ammirare cimeli storicamente rilevanti, come lo scialle di
Anita �proveniente da Modigliana- o la camicia rossa
indossata da Garibaldi �di propriet� del Museo del
Risorgimento di Milano- e tutta una produzione dal �basso� a
testimonianza di un mito �quello dell�Eroe dei Due mondi- di
gran lunga il pi� popolare nel corso dell�800, ma perdurante
ancora nel �900, fino ai nostri giorni, nell�immaginario
collettivo e non ultimo in una traduzione pi� colta e
politicamente orientata. Un fatto -questo- gi� di per s�
significativo, e forse unico.
L�audiovisivo, nella regia di Elisa Favilli, a cui si potr�
assistere in una sala contigua, segue un percorso ordinato
cronologicamente, che aiuta il visitatore a ripercorrere la
vicenda storica, fissata tuttavia in alcuni episodi
significanti, come l�impresa dei Mille. Vi si coglie la
natura �avventurosa� della vita di Garibaldi, segnata da
fatti d�arme, cos� come vi si mette in rilievo il
garibaldinismo come espressione generazionale e protagonismo
collettivo. Nel racconto trova cos� collocazione centrale la
rappresentazione del grande quadro di Guttuso su Garibaldi
al Ponte dell�Ammiraglia del 1952, posseduto dalla Galleria
degli Uffizi, che per le dimensioni non � stato possibile
trasportare nella mostra della Meridiana, ma di cui
costituisce l�ideale prosecuzione. L�interesse
dell�audiovisivo � dato anche dai materiali originali
concessi dall�Istituto Luce, relativi alle celebrazioni del
1932, nella fattispecie all�insegna della ufficialit� e del
progetto di inquadramento fascista �per usare la
terminologia del tempo- della comunit� nazionale; e, di
contro, alla rappresentazione data dal corpo dei volontari
per la libert� nella lotta contro il fascismo e il nazismo.
Il volume, ricco di 240 illustrazioni, si avvale della
collaborazione di eminenti studiosi, di consolidata fama e
di nuova leva, che hanno firmato importanti voci. Riteniamo
che il taglio divulgativo e la pluralit� dell�approccio
forniscano un�aggiornata, e, in alcuni casi, inedita
lettura.
Il progetto, nella significativa connessione tra
esposizione, audiovisivo e volume, non vuole essere dunque
solo o prevalentemente celebrativo, ma molte cose insieme:
festa istituzionale, partecipazione ad un evento di
interesse collettivo, percorso formativo nei confronti dei
giovani, riflessione comune su momenti e vicende della
nostra storia nazionale e della nostra epoca.
E� intenzione degli enti promotori prefigurarne sviluppi
anche al termine del periodo espositivo, in particolare per
le scuole e nelle comunit� italiane all�estero.
Nella visita dei tre siti molteplici saranno gli stimoli in
relazione all�angolo visuale adottato. Ci preme qui
ugualmente porre alcuni punti fermi.
Garibaldi appare l�eroe popolare per eccellenza. Nasce dal
popolo, vive con il popolo, lotta per il popolo.
uomo del popolo, assurge alle pi� alte cariche militari (il
Generale) e politiche (il Dittatore in Sicilia e nel
Mezzogiorno borbonico), ma torna alla vita semplice, tra i
semplici, coltiva la terra a Caprera, ha una mensa parca,
rifugge dal lusso;
marinaio, incarna il senso dell�avventura, della scoperta in
uno scenario che spazia dall�America latina, all�Oriente,
all�Europa: quel senso di avventura che tanto affascinava la
borghesia europea dell�800;
combattente a capo di volontari per la nobile causa, d� voce
all�aspirazione di emancipazione degli emarginati, delle
vittime del pregiudizio e del privilegio;
condottiero di uomini, denota un carisma eccezionale, ha
coraggio, abilit� tattica, abnegazione e tempra inflessibile
nel perseguire l�obiettivo.
I suoi comportamenti e le sue gesta entrano subito
nell�immaginario collettivo: assurgono all�ambito della
eccezionalit�, tipica dell�Eroe. La sua vita si fa mito,
diventa rappresentazione (di un epos in cui molti si
identificano). Lo stesso Garibaldi ne � un artefice
essenziale.
L�esposizione dimostra a sufficienza come ci� fosse
facilitato dalla affermazione dei mass-media del tempo: la
stampa e in particolare la stampa illustrata; i romanzi e la
memorialistica che appare in appendice sui giornali; la
litografia e la fotografia.
Il successo straordinario del mito, che nel 1864 port� mezzo
milione di inglesi a salutare l�Eroe nelle strade e nelle
piazze londinesi, non si spiega solo con l�eccezionalit�
dell�individuo, a cui si vuole essere vicini. La fortuna del
mito di Garibaldi si spiega con il fatto che egli
impersonific� quattro momenti caratterizzanti il secolo al
quale appartenne, l�Ottocento:
la nazione,
il popolo,
il volontariato,
l�associazione.
In particolare, nell�et� della formazione degli Stati
nazionali fu protagonista indiscusso dell�Unit� italiana,
conferendole �nel momento costitutivo e identitario- uno
spessore popolare e partecipativo.
Nell�800 il volontariato si esplic� sui campi di battaglia,
ma fu anche all�origine di tutti i movimenti di
autoemancipazione e quindi della militanza associativa,
sindacale, politica, che presero corpo in quel secolo,
lasciando un�eredit� importante a quello successivo.
Garibaldi concep� l�Associazione come un nuovo ordine
internazionale, fondato sulla libert� e sulla pace, due
valori non separabili, come ammoniva il Congresso di Ginevra
del 1867, di cui fu protagonista assoluto. E concep�
l�Associazione come nuovo ordine all�interno della comunit�
nazionale, contro i privilegi, contro ogni forma di
oppressione, in una societ� fortemente partecipata nell�uso
del suffragio universale e con la nazione armata, fondata su
vincoli solidaristici tra uomini liberi. Qui � anche la
ragione dell�adesione di Garibaldi all�Internazionale dei
lavoratori e delle espressioni di fiducia verso il
socialismo.
In tutto ci� Garibaldi dimostr� di non essere solo la spada
della democrazia italiana e europea, e di possedere anche
indubbie doti politiche, ancorch� non di parte.
La fusione esemplare di quei quattro momenti �la nazione, il
popolo, il volontariato e l�associazione- ne consacr� la
fortuna anche nei decenni successivi, ora a destra (in una
versione interventista, nazionalista e fascista), ora e pi�
spesso a sinistra, a riproporre un �seconda� rinascita
nazionale, pi� partecipata e democratica, dopo il
Risorgimento unitario delle origini.
Ma � da chiedersi se il perdurante fascino di Garibaldi
nella nostra epoca, in una societ� di massa e dei consumi
che sembra tutto bruciare rapidamente, non sia da attribuire
anche al suo inconfondibile anticonformismo, non
contrastante con la ricerca di un ordine legittimo e
legittimante, che altro non era che la vigorosa affermazione
della libert� dell�uomo. Nel suo caso: la volont� del fare
al servizio di una grande idea, di un�idea tenacemente
perseguita, anzi di un�idea che si faceva realt�.
L�immagine di Garibaldi che ci piace di pi� � quella di un
uomo libero; che, al di l� delle proprie debolezze e delle
sconfitte, che pure ci furono, non si arrendeva mai, pronto
a ricominciare in ogni circostanza, senza mai perdere di
vista un obiettivo percepito e vissuto come un bene di
interesse collettivo.
Insomma, l�immagine di un uomo libero, che visse e oper� per
la libert� degli altri.
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