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Charles Louis de Secondat, barone di Montesquieu



Fran�ois-Marie Arouet, Voltaire



Jean-Jacques Rousseau



Luigi XIV




Immanuel Kant



Carlo Cattaneo 



Giuseppe Mazzini

 
     
 
 
 

 

 


 

Piccola antologia sulle radici d'Europa 

Europeismo o Nazionalismo
Lo Spirito delle Leggi (1748)
Lettere Persiane - scheda
Lettere Persiane - testo
Il secolo di Luigi XIV - scheda
Il secolo di Luigi XIV - testo
Per la pace perpetua - scheda
Idea di storia universale - testo
Per la pace perpetua - testo
Italia e Europa in Mazzini - scheda
Fede e Avvenire - testo
Carlo Cattaneo - scheda


 




Europeismo o Nazionalismo 

Nell'Illuminismo Montesquieu e Voltaire insistono sull'identit� e sulla centralit� dell'Europa nell'epoca moderna sia sul piano economico sia su quello politico. La scoperta dell'America leg� all'Europa l'Asia e l'Africa. L'America forn� all'Europa le merci necessarie per il commercio con le Indie orientali e i traffici marittimi con l'Africa furono indispensabili perch� essa forniva uomini per il lavoro nelle miniere e nei campi dell'America. 

L'Europa divenne il centro dei commerci e raggiunse cos� un grado di potenza molto elevato superiore anche a quello dell'Asia. L'unica differenza tra Europa e Asia era che nella prima c'era la libert� mentre nella seconda c'era dispotismo. La radice dell'idea d'Europa come terra della libert� nacque nell'epoca greca perch� l'Europa era sede di governi fondati sulle leggi a differenza dell'Asia, terra di dispotismo. 

Con l'epoca romana si introdusse anche il concetto d'uniformit� politica, pur nella diversit� e molteplicit� dei popoli sottomessi a Roma, e questo concetto rimase anche dopo la fine dell'impero attraverso il diritto romano e l'idea di legalit� ad esso legata. 

Con il Cristianesimo si aggiunse quello d'unit� spirituale e l'Europa divenne la Cristianit�. La spaccatura portata dalla Riforma protestante contribu� a sostituire alla unit� religiosa quella culturale d'Europa: la particolarit� dell'Europa � quella di essere un "corpus a s�" con proprie caratteristiche politiche, sociali, culturali e con una propria tradizione. 

Intorno all'XVIII - XIX secolo queste diverse radici vennero riprese dagli studiosi grazie anche all'Illuminismo. Voltaire, uno di questi filosofi, riconosce che l'Europa costituisce anche un'unit� politica, nel senso d'avere principi di diritto pubblico e di politica, sconosciuti nelle altre parti del mondo e fra questi il principio d'equilibrio fra gli Stati. 

Con l'idea illuminista di sovranit� popolare e, dopo l'avvento di Napoleone, con l'esigenza di liberazione da un dominio straniero, si afferma il concetto di Nazione. Questo per� accade solo nel primo '800 perch� nella cultura dell'antico regime l'idea che lo Stato dovesse coincidere con una Nazione era sostanzialmente estranea. L'idea moderna di Nazione si rafforz� con Rousseau e con la sua concezione dello stato come espressione di un popolo capace di esprimere una volont� comune. 

Rousseau infatti era contrario all'europeismo e per questo si contrappone a Montesquieu e a Voltaire. Questa concezione venne diffusa grazie alla rivoluzione francese e alle guerre napoleoniche in tutta Europa. Con la diffusione dell'idea di nazione nacquero molti problemi legati alle due concezioni di Europa e di Nazione. 

In Italia erano presenti due studiosi come Carlo Cattaneo e Giuseppe Mazzini che avevano idee differenti sulle diverse concezioni, ma comuni nello spirito della libert� e del progresso. Cattaneo aveva una concezione federale di Europa perch� era convinto che la libert� avvicinasse i popoli e li spingesse ad associarsi in una federazione europea di Stati. Mazzini invece, esaltava la patria, la nazione ponendola in connessione strettissima con l'umanit�. 

Nell'appello Ai giovani in Italia del 1859 la nazione non era solamente fine a se stessa ma era anche mezzo per il compimento del fine supremo, vale a dire l'umanit�. Quest'ultima si esprimeva nell'Europa per questo il pensiero di Mazzini era rivolto alla giovane Europa, all'Europa dei popoli. Mazzini dice anche che ogni popolo ha avuto da Dio una missione, "l'insieme di tutte quelle missioni compiute in bella armonia per il bene comune, rappresenter� un giorno la patria di tutti". 


Lo "Sprito delle Leggi" (1748) 

La scoperta dell'America ha intensificato il commercio tra Europa Asia e Africa. L'Europa al centro del commercio mondiale. Il commercio interno favorisce quello estero. La religione cristiana si oppone all'assolutismo e contribuisce alla felicit� terrena al contrario di quella maomettana. 

Secondo Montesquieu l'Europa sarebbe il fulcro del commercio internazionale; questo perch� grazie alla scoperta dell'America l'Europa � riuscita ad emergere sugli altri mercati. Infatti l'America ha fornito all'Europa merce necessaria al suo commercio con l'Asia, come l'argento, materiale molto usato per gli scambi di mercato. Oltre all'America anche l'Africa ha contribuito molto al potenziamento dell'Europa, infatti dall'Africa arrivano gli schiavi da far lavorare nelle miniere e nelle piantagioni dell'America. 

Questa potenza dell'Europa si nota soprattutto dall'immensit� delle spese (anche certe volte inutili) che venivano affrontate in questo arco della storia. Su questo fatto per� non era d'accordo il padre Duhalde che affermava invece la supremazia dell'Asia sull'Europa. A questa provocazione Montesquieu risponde dicendo che questo fatto potrebbe essere anche vero solo se il commercio estero dell'Europa non facesse aumentare anche quello interno. Inoltre Montesquieu per concludere dice che l'Europa svolge anche il commercio ed i traffici marittimi delle altre tre parti del mondo. Con questo discorso Montesquieu fa affiorare notevolmente la potenza dell'Europa e soffoca cos� le inutili proteste fatte dal padre Duhalde. 

In questo brano inoltre Montesquieu parla anche della religione cristiana che secondo lui � molto lontana dal concetto di dispotismo, essendo una religione mite. Seguendo questa religione i principi sono pi� uniti al loro popolo e di conseguenza pi� uomini e disposti ad avvalersi delle leggi, a differenza di un principe maomettano che incute timore al proprio popolo. 

Al contrario nella religione cristiana esistono principi che contano sul loro popolo e vengono ammirati e stimati da esso. Con questo discorso Montesquieu fa notare che la religione cristiana, preoccupandosi della felicit� nell'altra vita, contribuisce a rendere migliore anche la vita terrena. "Spirito delle leggi" di Montesquieu (documento originale collegato) 

Il risultato della scoperta dell'America fu di legare all'Europa l'Asia e l'Africa. L'America forn� all'Europa la merce necessaria per il suo commercio con quella gran parte dell'Asia che si suole chiamare le Indie orientali. L'argento questo metallo cos� utile al commercio sotto forma di moneta, fu inoltre la base, come merce di scambio, del commercio pi� grande dell'universo. Infine i traffici marittimi con l'Africa divennero necessari, perch� essa forniva uomini per il lavoro nelle miniere e nei campi dell'America. L'Europa ha raggiunto un grado cos� elevato di potenza da non trovar riscontro nella storia, se si considerano l'immensit� delle spese, la grandezza degli impegni, il numero delle truppe e la continuit� del loro mantenimento, anche quando sono del tutto inutili e non sono altro che oggetto di ostentazione. 

Il padre Duhalde afferma che il commercio interno della Cina � maggiore di quello di tutta l'Europa. Ci� potrebbe anche darsi se il nostro commercio estero non facesse aumentare il volume di quello interno. L'Europa svolge il commercio e i traffici marittimi delle altre tre parti del mondo, come la Francia, l'Inghilterra e l'Olanda svolgono quasi tutto il commercio e la navigazione dell'Europa. (Libro XXI, cap. XXI) La religione cristiana � ben lungi dal puro dispotismo poich�, essendo la mitezza totalmente raccomandata nel Vangelo, essa si oppone al furore dispotico con il quale il principe si farebbe giustizia ed eserciterebbe le sue crudelt�. Poich� questa religione proibisce la pluralit� delle mogli, i principi sono meno chiusi, meno separati dai loro sudditi, e di conseguenza pi� uomini; sono pi� disposti a darsi delle leggi e pi� inclini ad accorgersi che non possono tutto. 

Mentre i principi maomettani danno continuamente la morte e la ricevono, la religione, presso i cristiani, rende i principi meno timorosi, e di conseguenza meno crudeli. Il principe conta sui suoi sudditi, ed i sudditi sul principe. Cosa ammirevole! La religione cristiana, che sembra non avere altro scopo che la felicit� nell'altra vita, contribuisce a procurarcela anche in questa (libro XXIV, cap. III) 


Le "Lettere Persiane" (1721) 

- Artificiosit� e raffinatezza della vita di Parigi 
- Passione di arricchirsi da parte di tutti, a partire dagli artigiani sino ai signori 
- Dinamismo individuale, caratteristiche tipicamente europee 
- Un sovrano per essere potente deve provvedere non solo al necessario per la vita, ma anche a ogni sorta di superfluo. 

Parigi � una citt� dalla vita artificiosa. L'estensore della lettera la definisce la pi� sensuale del mondo, in quanto i piaceri sono i pi� raffinati, ma � anche la citt� in cui si conduce una vita pi� dura, perch� un uomo per vivere deliziosamente ha bisogno che altri cento lavorino per lui senza tregua. Da questa situazione � sorto l�ardore da parte dell�uomo per il lavoro e per l�arricchimento.

Questa mentalit� domina non solo una persona, ma addirittura tutta la nazione. A Rhedi, l'altro corrispondente che accusa il popolo francese di essere effeminato, si risponde che l�accusa non � valida perch� dovunque non si vede altro che lavoro e se una nazione non pensasse ad arricchirsi non sarebbe che la pi� miserabile del mondo e soprattutto la pi� vulnerabile agli attacchi del nemico. 

A conclusione della lettera Montesquieu afferma che il sovrano per essere potente deve sostenere il popolo procurando non solo ci� che serve alla vita, ma �ogni sorta di superfluo� per il suo benessere. 


Dalle "Lettere persiane" (1721)

(testo originale collegato) 

[�] Parigi � forse la citt� del mondo pi� sensuale e dove i piaceri sono pi� raffinati; ma � forse quella in cui si conduce una vita pi� dura. Perch� un uomo possa vivere deliziosamente, bisogna che cento altri lavorino senza tregua [�] Quest'ardore per il lavoro, questa passione di arricchirsi passa di condizione in condizione, dagli artigiani ai signori. Nessuno ama esser pi� povero di colui che ha visto immediatamente dietro di s�. Voi vedete a Parigi un uomo che ha da vivere fino al giorno del giudizio, lavorare senza posa e correr rischio di abbreviarsi la vita per ammassare, dice lui, di che vivere. Il medesimo spirito domina la nazione: noi non vediamo che lavoro e industria; dove � dunque questo popolo effeminato del quale mi parli tanto? Immaginiamo, Rhedi, che in uno Stato siano tollerate solamente quelle arti, e sono numerose, che sono necessarie alla coltivazione delle terre e che si escludano quelle che servono solamente ai godimenti e alla fantasia; ebbene, questo Stato sarebbe il pi� miserabile del mondo. Quando gli abitanti avessero tanto coraggio da fare a meno di tante cose necessarie ai loro bisogni, il popolo deperirebbe ogni giorno di pi� e lo Stato diventerebbe cos� debole, che non vi sarebbe piccola potenza incapace di conquistarlo. [�] Onde bisogna concludere, o Rhedi, che un sovrano per essere potente deve procurare che i suoi sudditi vivano nelle delizie; bisogna ch'egli si adoperi affinch� non manchi loro non solamente ci� che � necessario alla vita, ma anche ogni sorta di superfluo

(lettera CVII) Fonte: Montesquieu, Lettere persiane, versione di Gildo Passini, Roma, A. F. Formiggini Editore, 1922. 


"Il secolo di Luigi XIV", di Voltaire 

L�Europa cristiana viene vista come una specie di grande repubblica divisa in pi� Stati, tutti pressappoco simili 
- Questi Stati hanno tutti gli stessi principi di diritto pubblico e di politica sconosciuti nelle altre parti del mondo. 
- In base a questi princ�pi abbiamo la garanzia che i prigionieri non sono fatti schiavi, gli ambasciatori nemici sono rispettati 
- Gli stati europei praticano una sola politica per mantenere un eguale equilibrio di potere fra loro attraverso continue negoziazioni e ambascerie (la diplomazia), ma anche attraverso spie che possono dare l�allarme a tutta Europa nel caso di invasione. 


"Il secolo di Luigi XIV" (1738-51)
(documento originale collegato). 

L�Europa supera in ogni campo le altre parti del mondo [�]. [Si pu�] vedere l�Europa cristiana (ad eccezione della Russia) come una specie di grande repubblica divisa in pi� Stati, gli uni monarchici, gli altri misti, alcuni aristocratici, altri popolari: ma tutti press�a poco simili, avendo tutti uno stesso fondo di religione, sebbene diviso in pi� s�tte; e tutti hanno gli stessi princ�pi di diritto pubblico e di politica, sconosciuti nelle altre parti del mondo. � in base a questi princ�pi che le nazioni europee non fanno schiavi i loro prigionieri, e rispettano gli ambasciatori dei loro nemici, e riconoscono la supremazia e i diritti di certi principi, come dell�imperatore, dei re e degli altri meno potenti, e soprattutto si accordano, nella saggia politica di mantenere tra loro, nel limite del possibile, un eguale equilibrio di potere, impiegando continuamente le negoziazioni, anche nel mezzo di una guerra, e mantenendo gli uni presso gli altri ambasciatori o, meno onorevolmente, spie, che possono tutti sovvertire il corso dei piani di uno solo, dare contemporaneamente l�allarme a tutta Europa e garantire i pi� deboli nel caso di invasioni che il pi� forte � sempre pronto a intraprendere. (Prefazione) [�] Si � visto che una repubblica letteraria si era insensibilmente stabilita in Europa, nonostante le guerre, e nonostante le diversit� di religione. Tutte le scienze, tutte le arti hanno cos� goduto di scambievoli aiuti; le accademie han creato tale repubblica. La letteratura ha unito l�Italia colla Russia; gl�inglesi, i tedeschi, i francesi andavano a studiare a Leida. Il celebre medico Bourhave veniva consultato a un tempo e dal papa e dallo zar. I suoi migliori allievi attiravano allo stesso modo gli stranieri, e son diventati in certa guisa i medici delle nazioni: i veri scienziati, in ogni ramo del sapere, hanno stretto i legami di quella grande societ� degli spiriti, dappertutto diffusa, e dappertutto indipendente. Tale carteggio dura ancora, ed � una delle consolazioni dei mali che l�ambizione e la politica procurano all�umanit�. [...] Siam debitori di tali progressi a un piccol numero di saggi e di gen� apparsi in alcune regioni d�Europa, quasi tutti per lungo tempo oscuri, e spesso perseguitati; essi hanno rischiarato e consolato la terra mentre le guerre la desolavano. In altre opere si posson trovare gli elenchi di tutti coloro che hanno illustrato la Germania, l�Inghilterra, l�Italia. Uno straniero sarebbe forse poco adatto per apprezzare il merito di quegli uomini illustri; basti qui d�aver mostrato che, nel secolo scorso, gli uomini, da un capo all�altro d�Europa, hanno acquistato pi� lumi che in tutte le et� precedenti. 
(cap. XXXIV) Fonte: Voltaire, Il secolo di Luigi XIV, traduzione di Umberto Morra, Torino, Einaudi, 1951 (ora nei Tascabili). 


"Per la pace perpetua" di Immanuel Kant

- Il diritto internazionale deve fondarsi sopra una federazione di liberi Stati.
- Differenza tra il concetto di federazione di popoli e Stato di popoli.
- Ogni Stato dovrebbe uscire dalla sua forma selvaggia.
- Il sovrano vuole accrescere il numero dei sudditi per avere pi� strumenti in guerra. 
- La forte morale dell� uomo porta la parola "diritto" in tutti gli Stati.
- Distinzione tra la "lega di pace" e il "patto di pace".
- Rinunciare alla selvaggia libert� per formare uno Stato di popoli
- Il diritto internazionale deve fondarsi sopra una federazione di liberi Stati.
- Non bisogna confondere una federazione di popoli con uno Stato di popoli; poich� dobbiamo considerare il diritto dei popoli tra loro in quanto essi costituiscono altrettanti Stati diversi che non devono confondersi in un solo e unico Stato.
- Ogni uomo preferisce essere libero rimanendo allo stato selvaggio piuttosto che sottoporsi ad una coazione legale
- Ogni popolo civile dovrebbe uscire dallo stato degradante di selvaggio. Anche gli Stati europei, che pur si distinguono dai selvaggi per la loro civilt�, non si sottopongono ad una coazione legale esterna per vivere in concordia poich� ogni sovrano cura il proprio potere e preferisce accrescere il numero dei suoi sudditi per aumentare la quantit� di strumenti da usare in guerra. 

La differenza tra i selvaggi d�America ed i "selvaggi" d�Europa consiste nel fatto che i primi divorano i propri nemici mentre i secondi li usano per accrescere il loro potere. Attraverso lo spirito filosofico e diplomatico, testimoniato da uomini celebri, possiamo vedere che nell�uomo si riscontra una morale talmente forte, anche se assopita, da essere destinata a prendere il sopravvento sopra il principio del male, e a portare cos� la parola "diritto" in tutti gli Stati. - Bisogna saper distinguere tra la "lega della pace" (foedus pacificum) e il "patto di pace" (pactum pacis) perch� quest�ultimo pone termine a una singola guerra, mentre il primo a tutte le guerre e per sempre. Gli Stati che vogliono stare tra loro in rapporto reciproco e costante devono rinunciare alla selvaggia libert�, sottomettendosi a delle leggi pubbliche coattive, per formare uno Stato di popoli che si estenda per tutta la terra. 


"Idea di una storia universale dal punto di vista cosmopolitico" (1784), di Immanuel Kant
(documento originale collegato) 

TESI QUINTA - Il pi� grande problema alla cui soluzione la natura costringe la specie umana � di pervenire ad attuare una societ� civile che faccia valere universalmente il diritto. Poich� solo nella societ�, e precisamente in quella societ� in cui si attui, da un lato, la massima libert�, e quindi un generale antagonismo dei suoi membri e, dall�altro, la pi� rigorosa determinazione e sicurezza dei limiti di tale libert� affinch� essa possa coesistere con la libert� degli altri: poich�, ripeto, solo in una societ� siffatta il supremo fine della natura, cio� lo sviluppo di tutte le facolt�, pu� essere nell�umanit� raggiunto, la natura vuole ancora che l�umanit� debba attuare da s� cos� questi come tutti gli altri fini della sua destinazione. Perci� una societ�, in cui la libert� sotto leggi esterne vada congiunta nel pi� alto grado possibile con un potere irresistibile, cio� con una costituzione civile perfettamente giusta, � il compito supremo della natura nei riguardi della specie umana. 

[...] TESI SETTIMA - Il problema di instaurare una costituzione civile perfetta dipende dal problema di creare un rapporto esterno tra gli Stati regolato da leggi, e non si pu� risolvere il primo senza risolvere il secondo. La natura [...] mediante la guerra, mediante gli armamenti sempre pi� estesi e non mai interrotti, per la miseria che da ci� deriva a ogni Stato anche in tempo di pace, sospinge a tentativi dapprima imperfetti, e da ultimo, dopo molte devastazioni, rivolgimenti, e anche per il continuo esaurimento interno delle sue energie, spinge a fare quello che la ragione, anche senza cos� triste esperienza, avrebbe potuto suggerire: cio� a uscire dallo Stato eslege di barbarie ed entrare in una federazione di popoli, nella quale ogni Stato, anche il pi� piccolo, possa sperare la propria sicurezza e la tutela dei propri diritti non dalla propria forza o dalle proprie valutazioni giuridiche, ma solo da questa grande federazione di popoli (foedus amphictyonum), da una forza collettiva e dalla deliberazione secondo leggi della volont� comune.
 

Fonte: Immanuel Kant, La pace, la ragione e la storia, a cura di Mario Albertini, traduzione di Gioele Solari e Giovanni Vidari, Bologna, Il Mulino, 1985,pp. 24-7. 


"Per la pace perpetua. Progetto filosofico" (1795-96) 
(documento originale collegato) 

Lo stato di pace tra gli uomini assieme conviventi non � affatto uno stato di natura (status naturalis). Questo � piuttosto uno stato di guerra, nel senso che, se anche non vi sono sempre ostilit� dichiarate, � per� continua la minaccia che esse abbiano a prodursi. Dunque lo stato di pace dev�essere istituito, poich� la mancanza di ostilit� non significa ancora sicurezza. 

[...] Secondo articolo definitivo per la pace perpetua: "Il diritto internazionale deve fondarsi sopra una federazione di liberi Stati". 

[...] Questa sarebbe una federazione di popoli, ma non dovrebbe per� essere uno Stato di popoli. In quest�ultima idea vi sarebbe una contraddizione, poich� ogni Stato implica un rapporto di un superiore (legislatore) con un inferiore (colui che obbedisce, cio� il popolo), mentre molti popoli in uno Stato costituirebbero un sol popolo, ci� che � contrario al presupposto (poich� qui dobbiamo considerare il diritto dei popoli tra loro in quanto essi costituiscono altrettanti Stati diversi e non devono confondersi in un solo e unico Stato). Come l�attaccamento dei selvaggi alla loro libert� senza legge, che li spinge a preferire di azzuffarsi di continuo tra loro piuttosto che sottoporsi a una coazione legale da loro stessi stabilita, a preferire una folle libert� a una libert� ragionevole, noi lo riguardiamo con profondo disprezzo e lo consideriamo barbarie, rozzezza, degradazione brutale dell�umanit�, cos� si dovrebbe pensare che i popoli civili (di cui ognuno forma uno Stato per s�) dovrebbero affrettarsi ad uscire al pi� presto possibile da uno stato cos� degradante. Al contrario ogni Stato ripone piuttosto la sua maest� (poich� maest� del popolo � un�espressione insulsa) nel non sottoporsi a coazione legale esterna di sorta, e lo splendore del sovrano si fa consistere nell�avere al suo comando, senza che egli stesso si esponga al pericolo, molte migliaia di uomini pronti a sacrificarsi per una causa di cui ad essi non importa nulla. La differenza tra i selvaggi dell�Europa e quelli dell�America consiste soprattutto in questo: che in America alcune trib� di selvaggi sono state interamente divorate dai loro nemici, mentre gli europei, meglio che divorarli, sanno sfruttare i loro nemici vinti e preferiscono accrescere con essi il numero dei loro sudditi e quindi la quantit� di strumenti per guerre ancora pi� vaste. 

[...] Sono ancora sempre candidamente citati, a giustificazione di una guerra di aggressione, Ugo Grozio, Pufendorf, Vattel e altri (i quali non sono che assai deboli incoraggiatori), sebbene il loro codice, redatto con spirito filosofico e diplomatico, non abbia o anche solo possa avere la minima forza legale (poich� gli Stati come tali non sono sottoposti a una coazione esterna comune) e non si dia l�esempio di uno Stato che sia mai stato indotto a desistere dal suo proposito da argomenti avvalorati da testimonianze di uomini tanto celebri. Questo omaggio, che ogni Stato rende (almeno a parole) all�idea di diritto, dimostra che si riscontra nell�uomo una disposizione morale pi� forte, anche se presentemente assopita, destinata a prendere un giorno il sopravvento sopra il principio del male che � in lui (cosa che egli non pu� negare) e a fargli sperare che ci� avvenga anche negli altri, poich� altrimenti la parola diritto non verrebbe mai sulla bocca degli Stati che vogliono arrendersi, se non per prendersi gioco di essa, come quel principe gallo che affermava: "� privilegio che la natura ha concesso al pi� forte sul pi� debole, che questo debba a quello obbedire". 

[...] La ragione, dal suo trono di suprema potenza morale legislatrice, condanna in modo assoluto la guerra come procedimento giuridico, mentre eleva a dovere immediato lo stato di pace, che tuttavia non pu� essere creato o assicurato senza una convenzione di popoli. Di qui la necessit� di una lega di natura speciale, che si pu� chiamare lega della pace (foedus pacificum), da distinguersi dal patto di pace (pactumpacis) in ci�: che quest�ultimo si propone di porre termine semplicemente a una guerra, quello invece a tutte le guerre e per sempre. 

[...] Per gli Stati che stanno tra loro in rapporto reciproco non vi � altra maniera razionale per uscire dallo stato naturale senza leggi, che � stato di guerra, se non rinunciare, come i singoli individui, alla loro selvaggia libert� (senza leggi), sottomettersi a leggi pubbliche coattive e formare uno Stato di popoli (civitas gentium), che si estenda sempre pi�, fino ad abbracciare da ultimo tutti i popoli della terra.
 

Fonte: Immanuel Kant, op. cit., Sezione seconda,pp. 105 -13. 


Italia e Europa nel Pensiero di Mazzini

Mazzini porta nell�ottocento il concetto di dovere, quello di costruire una nazione. Nel saggio "Fede e Avvenire", Mazzini, partendo dalla visione religiosa di un Dio unificatore e creatore prospetta una nuova legge morale fondata sulla associazione e sulla solidariet�. Dio ha dato a ciascun uomo una coscienza rivolta alla costruzione della nazione, unico mezzo del progresso civile. Si tratta di una missione di fratellanza che spetta a ciascun uomo per un'unica unione. 

Il dovere di ogni nazione � quella di creare un�unione tra le varie nazioni, vista come un�associazione di popoli. Tale unione di popoli per Mazzini � possibile perch� egli crede in un unico Dio, motore dell�esistenza, in un�unica legge immutabile che lega tutte le persone e quindi nella " Santa Alleanza dei Popoli", determinata dalla libert� e dall�uguaglianza. 


"Fede e Avvenire", di G. Mazzini 
(documento originale collegato) 

L�elemento religioso � universale, immortale: universalizza e collega�Per esso si fonda l�associazione

�Noi salutiamo�quell�immenso avvenire, la cui leva avr� a punto di appoggio la Patria, per fine l�Umanit�, quando i popoli stringeranno un patto comune e definiranno fratelli la missione di ciascuno nel futuro, l�ufficio che spetta a ciascuno nell�associazione generale, governata da una legge per tutti, da un Dio per tutti. Spetta a noi d�affrettare il momento in cui la campana a stormo dei popoli, la Rivoluzione, convocher� una Convenzione che sia un vero Concilio generale

�Noi crediamo in un Dio solo, autore di quanto esiste, Pensiero vivente, assoluto

...Crediamo in un�unica Legge immutabile

�Crediamo nell�Umanit�, ente collettivo e continuo nella quale si manifesta pi� che altrove il pensiero di Dio sulla terra.. Crediamo nella Associazione come nella sola via esistente di perfezionamento.. Crediamo nella Santa Alleanza dei popoli, come quella che � la pi� vasta formula di associazione possibile nell�epoca nostra, nella libert� e nella uguaglianza dei popoli senza le quali non ha vita associazione vera, nella �nazionalit�, ch�� la coscienza dei popoli e che assegnando ad essi la loro parte di lavoro nell�associazione, il loro ufficio nell�umanit�, costituisca la loro missione sulla terra, cio� la loro individualit� senza la quale non � possibile libert� n� uguaglianza, nella santa �Patria� culla della nazionalit�, altare.per gli individui che compongono questo popolo.

Fede e avvenire, G. Mazzini, 1853 


"Gli Stati Uniti d'Europa"
Carlo Cattaneo letto da Arturo Momigliano


Per Cattaneo la sola forma di unit� tra popoli liberi � il patto federale "Io non spero mai nella nuda unit�; per me la sola possibile forma di unit� tra popoli � un patto federale", nella convinzione che la libert� avvicina i popoli e li spinge ad associarsi. 

Secondo Momigliano il principio federale di Cattaneo doveva unire l'Europa tramite il principio morale dell' uguaglianza e della libert�. Per Cattaneo quando le nazioni tendono ad avvicinarsi, ad avere qualcosa in comune, il commercio, le leggi, la scienza; devono iniziare a mettere da parte le vecchie discordie e stringere un patto di fratellanza, sottomettendosi ad un unico codice di un'unica giustizia. Il testo presenta il pensiero di Cattaneo ed in particolare la sua concezione federale per l�Europa. 

La soluzione del problema italiano, per i federalisti repubblicani, come per i mazziniani unitari, comporta la soluzione del problema della libert� per tutta Europa. Nella convinzione che la libert� avvicina i popoli e li spinge ad associarsi, Cattaneo sostiene la scelta federale, garanzia di libert�, e scrive nel 1860 in una lettera ad un amico siciliano: �Io non spero mai nella nuda unit�; per me la sola possibile forma di unit� tra liberi popoli � un patto federale. Il potere deve essere limitato e non pu� essere limitato se non dal potere�. (pag.48) Commenta Momigliano: �L�associazione delle nazioni non era che l�estensione del principio federale che doveva annodare le nazioni, non con l�unit� materiale del dominio, ma col principio morale dell�uguaglianza e della libert�(pag. 53) 

Scrive Cattaneo sul giornale Il Cisalpino nel 1948: �No, quando le nazioni tendono d�ogni parte verso la comunanza dei viaggi, dei commerci, delle scienze, delle leggi; quando il vapore trae sulle terre e sui mari moltitudini nel nome della fratellanza e della pace; quando la parola vibra veloce nei fili elettrici da un capo all�altro dei continenti� � tempo che le discordi tradizioni delle genti si costringano ad un patto di mutua tolleranza e di amicizia, si sottomettano ad un codice di un�unica giustizia�� (pag. 54) 

In questa alleanza consistono gli Stati Uniti d�Europa. 

C. Cattaneo e gli Stati Uniti d�Europa di F. Momigliano, F.lli Treves, Editori 1919



 

   
     
 

Materiali primo anno

1. Le radici d'Europa
2. Toscana regione d'Europa
3. Una realt� sovranazionale

Materiali secondo anno
1. Dichiarazione Schuman
2. Lezione di G. Mammarella
3. Progetti d'integrazione
4. La costruzione d'Europa
5. Dalla CECa a Maastricht
6. L'Unione Europea

 
 
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