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Pietro Leopoldo di Asburgo Lorena




 
     
 
 
 

 

 


 

La Toscana Regione d'Europa 

Dal Medioevo allo Stato mediceo
Pietro Leopoldo di Asburgo Lorena
L'Accademia dei Georgofili


 



Dal Medioevo allo Stato mediceo

Dopo l�anno mille la ripresa economica della Toscana fu concentrata principalmente sullo sviluppo del settore mercantile e manifatturiero, il quale trov� la sua crescita maggiore in centri come Firenze, Pisa, Siena, Lucca, Arezzo e Pistoia. 

Queste citt�, nel trecento, sono diventate i centri di maggior spicco del capitalismo mercantile e finanziario dell� Europa. Con la nascita dei comuni l�economia cittadina assunse un ruolo importante anche a livello europeo. Questo sviluppo vide la nobilt� urbana contrapporsi al mondo rurale che era ancora fortemente legato a strutture politico-sociali feudali. 

Tuttavia nel 1348 un�epidemia di peste arrest� questa espansione economica influenzando non solo gli orientamenti politici, ma anche gli equilibri demografici e produttivi. Inizi� successivamente un lungo periodo di lotte tra le famiglie pi� potenti mosse da ambizioni egemoniche sul controllo della citt� e tra le citt� stesse al fine di avere il totale controllo di una data area geografica. 

Nell�area della Toscana questo � testimoniato dalla lotta tra la famiglia degli Albizzi e quella dei Medici conclusasi poi con la vittoria di Cosimo I per il controllo sulla citt� di Firenze e dall�imposizione della citt� stessa che riusc� a sottomettere Pistoia, Arezzo, Pisa. Come affermato precedentemente il passaggio dallo stato comunale cittadino alla Signoria fu caratterizzato a Firenze da laceranti lotte interne, a testimonianza di ci� si ha l�instaurazione della Repubblica per due volte: dal 1494 al 1512 con il domenicano Gerolamo Savonarola e dal 1527 al 1539. In tali lotte interne si ebbe una notevole interferenza da parte della Chiesa, dell�Imperatore e della Francia. 

Nel 1570 i Medici ottennero il titolo di Gran Duchi e difesero, nonostante le tensioni causate dalla controriforma, il mecenatismo consapevole dei valori dell�arte e della scienza, con cui Lorenzo il Magnifico aveva governato la citt� nel XV secolo. 

Le sorti della famiglia dei Medici furono legate allo stato toscano il quale ne visse i periodi di declino, ma anche i periodi di splendore, e ne segu� i rapporti di politica estera caratterizzati soprattutto dagli stretti legami con Roma, e da quelli con l�impero entro i cui confini lo stato toscano era inserito. 

Con la fine della dinastia medicea (1737) la Toscana fu affidata al controllo dei Lorena che avviarono con Pietro Leopoldo di Asburgo Lorena importanti riforme sul piano politico, economico, sociale e culturale che misero nuovamente in contatto la Toscana con l�Europa.


Pietro Leopoldo di Asburgo Lorena

Salito sul trono di Toscana nel settembre del 1765, all�et� di soli 18 anni, Pietro Leopoldo avvi� un processo di rinnovamento che risvegli� Firenze e la Toscana intera.

Del giovane principe si sapeva poco in Toscana. Si diceva che fosse di carattere serio e un po� malinconico, avaro, sobrio nel vitto e dimesso nel vestire, di temperamento vivace e spesso collerico, maniaco dello scrivere e amante delle scienze utili (economia, medicina, politica). 

In realt�, proprio questi aspetti della sua personalit� gli avrebbero permesso di realizzare l�ampia opera di riforma che lo rese famoso e che gli confer� l�appellativo di �principe illuminato�. Amante della campagna, preferiva risiedere in una delle ville lasciate dai Medici ai propri successori anzich� a Palazzo Pitti. 

Di salute cagionevole, Pietro Leopoldo mostr� sempre un grande interesse per tutto quanto attenesse alla medicina e fece il possibile per migliorare la situazione sanitaria e ospedaliera del paese. Gi� pochi mesi dopo il suo arrivo a Firenze, per esempio, decret� che ogni luned� e venerd� fossero tenute pubbliche lezioni di anatomia nell�ospedale di S. Maria Nuova. 

Il suo desiderio di indipendenza traspariva anche dall�uso quasi esclusivo che faceva della lingua italiana, che gi� conosceva prima di insediarsi in Toscana, non solo in pubblico o nei documenti ufficiali, ma persino nella redazione di appunti e memorie destinate a suo esclusivo uso. 

Ne risultava un Pietro Leopoldo che non solo parlava, ma addirittura �pensava� in italiano, o meglio in toscano. Se il processo di �toscanizzazione� fu veloce in Pietro Leopoldo � anche per la somiglianza che in un certo senso lo legava al carattere dei toscani. 

Le riforme politiche, religiose, sociali e militari di Pietro Leopoldo

Il contesto storico illuministico fu l�ispiratore delle nuove riforme affrontate in maniera organica e maturate dall�esperienza. 

Nell�affrontare e risolvere i problemi, appunto, si procedeva per la prima volta per gradi e attraverso esperienze successive. Il liberismo economico spingeva i sovrani a lasciare libert� d�iniziativa ai singoli, mentre il rifiuto della tradizione e la volont� di sottoporre a critica razionale ogni istituto sociale cristallizzato da tempo, giustificavano l�avversione ai poteri tradizionali della Chiesa e della monarchia.

Inserito pienamente in questo contesto, Pietro Leopoldo rappresenta il frutto, il prodotto delle nuove idee illuminate. La sua opera riformatrice non deve dunque essere considerata l�opera di una mente geniale, ma semplicemente l�applicazione di uno spirito e di una cultura che caratterizzavano quel momento storico. Non deve stupire quindi il fatto che, tra i suoi primi interventi, vi fu anche la pubblicazione della seconda edizione dell�Encyclop�die a Livorno (la prima edizione era apparsa a Lucca nel 1758).

Cre� Conservatori e Scuole pubbliche per le ragazze pi� povere, rinnov� e perfezion� l�organizzazione dell�universit� di Pisa, riconobbe corsi gratuiti per studenti meritevoli, istitu� i primi concorsi e fiss� la distribuzione gratuita di buoni libri di testo che solo nella seconda met� dell�Ottocento sarebbe stata realizzata nel resto d�Europa. Pietro Leopoldo voleva creare un ordinamento scolastico uniforme per l�intero Granducato e promuovere l�alfabetizzazione popolare.

La sua mania per l�educazione lo port� ad erigere nel 1783 una �casa di correzione� nel castello di S. Giovanni Battista destinata a riportare sulla retta via i figli disobbedienti verso i genitori o i giovani che si fossero macchiati di qualche delitto dannoso per la societ�. Ma tale edificio si trasform� in uno strumento di terrore pi� che di redenzione soprattutto a causa della cattiva gestione effettuata dal personale preposto al suo funzionamento. 

Il progetto costituzionale 

Tutte le riforme leopoldine, quelle economiche e finanziarie, quelle amministrative, politiche e militari, formarono un insieme che avrebbe dovuto essere coronato dalla Costituzione Leopoldina. Egli fu il primo sovrano a formulare una Costituzione per la Toscana nel 1779, dieci anni prima della presa della Bastiglia. 

Il progetto prevedeva l�istituzione di assemblee provinciali, elette da consigli comunali, e di un�assemblea generale, eletta da quelle provinciali, che avrebbe dovuto esercitare un controllo sulle finanze dello Stato in rappresentanza dei contribuenti (fu il primo sovrano italiano a far pubblicare il bilancio dello stato) e che avrebbe dovuto far conoscere al governo le esigenze di tutto il paese. Il passaggio dall�assolutismo illuminato ad una monarchia con organi rappresentativi dipendeva dalla societ� ed in particolare da quel ceto di proprietari terrieri a cui la costituzione avrebbe dovuto affidare funzioni politiche preminenti, ma la societ� toscana non ancora matura per accogliere simili proposte. 

La riforma del Codice penale e quella tributaria 

Ebbe una grande risonanza la codificazione del Nuovo Codice Penale che, ispirandosi alle idee del Beccaria, aboliva la pena di morte, la mutilazione delle membra, l�uso della tortura, la confisca dei beni dei criminali e l'eccessivo numero dei delitti detti di �lesa maest�. 

L�intero ordinamento giudiziario, un tempo rappresentato da un infinito numero di tribunali, fu reso pi� semplice e razionale tramite l�istituzione di un�unica Camera delle Comunit�. In campo amministrativo semplific� procedure e strutture affidando direttamente ai Comuni l�amministrazione economica dei rispettivi territori. Ma la vera novit� consisteva nel fatto che le autorit� locali, cui tale potere veniva conferito, non erano pi� gli esponenti dei ceti privilegiati, bens� soggetti estratti a sorte tra i possidenti e tra i membri del Consiglio generale reclutati in base al censo. 

Anche il sistema di tassazione sub� lo stesso processo di semplificazione: le molte e diverse imposte che si sovrapponevano in base ai pi� diversi titoli vennero raggruppate in una �tassa di redenzione� in questo modo, contro le antiche sperequazioni, tutti i sudditi furono chiamati a contribuire ed i vecchi ceti privilegiati furono definitivamente spogliati delle loro attribuzioni. 

Per la prima volta, cos�, cittadini e campagnoli, abitanti della capitale e delle citt� minori, patrizi e borghesi si trovarono a sostenere gli stessi obblighi tributari e ad amministrare il patrimonio in nome dell�interesse comune. 

Fonte da cui proviene il materiale rielaborato: http://utenti.tripod.it/lauralombardi/


L'Accademia dei Georgofili

L'Accademia dei Georgofili, fortemente voluta da Pietro Leopoldo ed ispirata alla dottrina dei fisiocratici, fu fondata a Firenze il 4 Giugno 1753 per iniziativa di Ubaldo Montelatici, Canonico Lateranense, allo scopo di far continue e ben regolate sperienze, ed osservazioni, per condurre a perfezione l'Arte tanto giovevole della toscana coltivazione. 

Fu questo, in Europa, il primo esempio di una associazione pubblica di "ingegni intesi al perfezionamento dell'Agricoltura". Il Governo Granducale Lorenese affid� ripetutamente all'Accademia lo studio e la soluzione di grossi problemi agricoli del tempo. Si ricordano i contributi dati intorno al 1760 relativamente ad alcune riforme messe in atto in quegli anni nella Stiria e nella Carinzia e pi� tardi quelli per la formazione del primo catasto agrario toscano, ancora oggi ammirato per la sua precisione e praticit�. 

Dal 1759 al 1791 i Georgofili contribuirono all'opera di bonifica della Val di Chiana e della Maremma. Infine, le riforme adottate da Pietro Leopoldo, l�abolizione dei "dazi protettori" dell�agricoltura e l�affermazione della libert� dei commerci, trovarono nei Georgofili convinti sostenitori e collaboratori preparati. 

Questo del libero commerciare fu, infatti, uno dei principi inalienabili di tutte le battaglie economiche e politiche degli accademici. I Georgofili crebbero tanto in stima da essere chiamati ad esaminare, per conto di Napoleone, il nuovo Codice rurale. Nel 1827 fondarono il "Giornale Agrario Toscano". Pubblicato per cura di G. P. Vieusseux, il Giornale si impegn� attivamente in un'opera di divulgazione e di insegnamento, con inestimabile beneficio della scienza e della pratica agraria. 

Questo tema dell'insegnamento, specificatamente agrario, fu al centro dell'attivit� dell'Accademia fino dal suo sorgere e vide particolarmente impegnato Cosimo Ridolfi che fond� l'Istituto Agrario per l'insegnamento teorico pratico dell'agricoltura, e l'Istituto Agrario Pisano, successivamente trasformato in Facolt� di Agraria. Altra importante tappa fu la fondazione, ad opera dei Georgofili, della Cassa di Risparmio di Firenze nel luglio del 1829. Nella nuova istituzione essi individuarono un prezioso strumento per l'evoluzione sociale e lo sviluppo dell'agricoltura e per la mobilizzazione del risparmio rurale. Data l'importanza che andava assumendo l'ortoflorofrutticoltura, nel 1852 l'Accademia promosse la fondazione della Societ� Toscana di Orticoltura, che ebbe grande importanza nei decenni successivi ed � tuttora attiva. 

Il 4 giugno 1853 Eugenio Barsanti e Felice Matteucci consegnarono il plico sigillato con il rapporto relativo ai loro studi sul motore a scoppio. Detto plico fu aperto il 20 settembre 1863: negli "Atti dell'Accademia" vi � una dettagliata descrizione della costruzione e del funzionamento del motore. Con la fine del dominio lorenese e l'unit� d'Italia ebbe inizio un nuovo periodo di attivit� dell'Accademia. L'Istituzione da toscana divent� italiana ed internazionale, e si trov� a dover far fronte ai nuovi problemi posti dall'unit� nazionale. In particolare sono da ricordare gli studi, i dibattiti e le proposte formulate dai Georgofili su importanti disegni di legge quali quello sulla perequazione dell'imposta fondiaria e quello sulle foreste. 

Dei Georgofili sono pure da segnalare gli studi sul rapporto tra capitale e lavoro e l'attivit� per promuovere il progresso dell'agronomia, delle coltivazioni e delle industrie connesse. La prima guerra mondiale ebbe importanti riflessi sull'attivit� accademica (particolare importanza ha la memoria di Luigi Einaudi (1914) su Alcuni aspetti economici della guerra europea) e furono studiate le cause della agitazione dei contadini nel primo dopoguerra ed i problemi relativi al credito agrario. Vasti e fondamentali furono i contributi sulla propriet� fondiaria; sulla piccola propriet� coltivatrice; sulla emigrazione e sui rapporti coloniali; sulle condizioni dell'economia rurale degli Appennini; sulla colonizzazione del latifondo; su agricoltura ed industria. 

Due importanti avvenimenti hanno conferito all'Accademia il suo attuale volto. Innanzitutto il riconoscimento dell'Accademia dei Georgofili come "Ente Morale", avvenuto con Regio decreto nel 1932, e, sempre nello stesso anno, la concessione in uso gratuito della sede nella Torre de' Pulci. 

Proprio quella Torre su cui n� i bombardamenti del 1944, n� l'alluvione del '66, avevano cos� infierito come l'infame barbarie del 27 maggio 1993. Terminata la guerra l'Accademia riprese la sua intensa attivit� con la trattazione dei temi di maggiore importanza tecnica ed economico sociale. 

In occasione del proprio bicentenario, l'Accademia dispose uno studio organico del bacino dell'Arno per esaminare l'ambiente fisico, agrologico, forestale, demografico ed economico. I Georgofili hanno inaugurato in quegli anni un'importante serie di studi di storia dell'agricoltura. La disastrosa alluvione del 4 novembre 1966, segn� duramente l'Accademia. I danni subiti dal patrimonio furono ingenti, ma fu soprattutto la biblioteca, che contiene volumi antichi di inestimabile valore, a rimanere colpita. L'impegno di numerosi benemeriti, e soprattutto di studenti che prestarono disinteressatamente la loro opera, consent� dopo una forzata parentesi di riprendere in pieno l'attivit�. Pi� di recente, e seguendo l'evolversi dei tempi, l'Accademia continua ad affrontare le nuove problematiche dell'agricoltura nella sua accezione pi� ampia che investe tutti i rapporti dell'uomo con l'ambiente naturale del nostro pianeta. L'attuale statuto, approvato nel 1989, conferma sinteticamente lo scopo dell'Accademia nel "contribuire al progresso delle scienze e delle loro applicazioni all'agricoltura". 

I pi� recenti studi dei Georgofili hanno toccato temi quali l'informatica in agricoltura; i rapporti fra agricoltura e ambiente; le filiere agro-alimentari; le biotecnologie; le fonti energetiche riproducibili; la robotica; il "marketing"; le prospettive dello strumento societario in agricoltura; i problemi del "global change" e del verde per la difesa ed il ripristino ambientale. 

Alle 1.04 del 27 maggio 1993 una bomba di enorme potenza fu fatta esplodere di fronte all�ingresso secondario dell�Accademia nell�omonima via dei Georgofili. Arredo, mobili - alcuni antichi di notevole valore - opere d�arte furono distrutti e gravemente danneggiati. La raccolta libraria dell�Accademia fu completamente sconvolta. L�attivit� dell�Accademia non si � mai interrotta, l�archivio storico � rimasto sempre in consultazione per il pubblico; la Biblioteca � stata recuperata quasi totalmente Biblioteca e Archivio sono nuovamente aperte al pubblico e le opere d�arte sono tornate al loro posto. La Torre de�Pulci completamente ricostruita � stata nuovamente consegnata ai Georgofili l�11 marzo 1996: alla cerimonia ufficiale ha partecipato anche il Presidente della Repubblica in segno di solidariet� da parte di tutta la nazione.

 

   
     
 

Materiali primo anno

1. Le radici d'Europa
2. Toscana regione d'Europa
3. Una realt� sovranazionale

Materiali secondo anno
1. Dichiarazione Schuman
2. Lezione di G. Mammarella
3. Progetti d'integrazione
4. La costruzione d'Europa
5. Dalla CECA a Maastricht
6. L'Unione Europea

 
 
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