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Materiali secondo anno
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Intervista a Michele Della Tommasina, partigiano. 

di Susanna Garfagnini


Come vivevate tu e la tua famiglia durante il regime fascista? 

La vita non era facile, non c'erano grossi agi,quantomeno erano riservati ai ricchi,dottori avvocati e dirigenti;devo confessare di essere stato "fortunato", per quanto lo si potesse essere allora� Nonostante non avessimo grandi possibilit�, mio padre prima di partire per l'Africa si era assicurato che noi avessimo di che vivere lasciandoci la terra e le bestie: mucche galline conigli, dunque noi vivevamo di tutto quello che ci dava la terra, latte, uova, farina, frutta e verdura. 


Per quale motivo tuo padre vi ha lasciato per andare in Africa? 

Sai, mio padre � sempre stato antifascista (le prime parole che ricordo di lui erano per dire peste e corna del "Duce") e purtroppo a quei tempi chi non era fascista non aveva alcuna possibilit� di lavorare, cos� nel 1935 � andato in Africa dove la guerra stava per iniziare� 


Quindi le persone, per essere considerate tali e appartenenti alla societ� dovevano almeno essere iscritte al partito fascista? 

Purtroppo si,pensa che a scuola c'era la refezione;ai figli dei fascisti spettava una pagnotta,e noialtri eravamo costretti a guardare con l'acquolina in bocca � 


A proposito, come funzionava la scuola? Fino a quando l' hai frequentata? 

C'era l'avviamento al lavoro, simile all'istituto tecnico frequentato da chi non poteva permettersi di proseguire gli studi e le medie dove venivano iscritti i figli dei ricchi; infatti la scuola media era l'accesso diretto alla scuola superiore; noi dell'avviamento avremmo dovuto superare un esame difficilissimo�una partita persa! 


Da chi era composta la tua famiglia? 

Da noi quattro figli, io ero il maggiore, da mia madre e dal nonno, eravamo in sei� anzi erano in cinque a contare su di me. 


Avevi un ideale politico ben definito? Quale? 

Vedendo l'esempio di mio padre, non ho potuto fare altro che seguirlo, poi ho sempre desiderato�o meglio non ho mai accettato l'ingiustizia, che allora accanto al "Duce" regnava sovrana. 


Quando ti sei allontanato da casa per andare sulle montagne e perch� lo hai fatto? 

A diciassette anni, e�perch� sapevo che era la cosa giusta da fare ,questo mondo andava cambiato, eravamo pieni di ideali e poi i tedeschi non mi sono mai andati a genio� Io lavoravo nelle ferrovie quindi lavoravo per lo stato, era come se fossi arruolato nelle forze armate, ma non ho potuto scantonare il mio impegno, forse per una questione morale� insomma non era da me aggirare un ostacolo cos� mi sono avventurato con gli altri partigiani nella sofferta Liberazione 


Cosa pensavi della guerra? 

Non la pensavo, la vivevo, colla passione di un diciassettenne che lotta per portare la libert� nel suo paese oppresso da una dittatura.


Con quali conseguenze ti sei allontanato da casa?

L'unico rischio era per la mia famiglia�le brigate nere sapevano dove era casa mia e i miei familiari erano tenuti sotto controllo�.strettissimo controllo� 


Dove vivevi? 

Altra bella domanda�.dovrei elencare tutte le piane sparse per i monti tra Massa e Carrara. Dormivamo tra le felci e quando possibile vicino al nostro Comando: una casetta persa tra i boschi. 


Come ti procuravi da mangiare? 

Esclusivamente negli unici due modi possibili: rubando e con quello che ci offrivano gli ultimi abitanti di Massa , soprattutto le donne. 


Come distinguevi quali cittadini erano disposti ad aiutarvi e quali, fascisti, avrebbero fatto la spia alle brigate nere? 

Tra i cittadini si era creato un comitato che cercava di fare da ponte tra noi, partigiani, e gli abitanti che non erano ancora sfollati:il CLN, che ci diceva chiaramente chi era fascista e chi dalla nostra parte. Ecco, cos'era il CLN e come funzionava. Era il Comitato di Liberazione Nazionale, come ti ho detto, era quel ponte tra partigiani e cittadini, sempre tenuto assolutamente segreto, che ci procurava armi, ci informava sulle nostre famiglie, ci consigliava come muoverci, sapendo i movimenti avversari, inoltre ci avvertiva di chi poterci fidare, individuando i nemici 


Eravate informati su quanto avveniva attorno a voi? 

Si al comando c'era la radio e il telefono che servivano per le grandi comunicazioni, per informazioni a livello nazionale,mentre nella zona ci tenevamo in contatto facendo la spola tra un comando e l'altro. 


Avevi paura di atti di ritorsione? 

Si, ma non nei miei confronti,piuttosto verso la mia famiglia� Mio padre non era a casa gi� da tanto tempo, e io ero sulle montagne� insomma mia madre, il nonno e i miei fratelli erano soli, c'era la guerra e in pi�, i fascisti, sapendo che quella fosse casa mia, facevano loro frequenti visite,non proprio di cortesia. 


Che rapporti c'erano tra partigiani? 

Non eravamo un "esercito"compatto e omogeneo, eravamo gruppi, spesso divisi per il credo politico, e durante combattimenti o rastrellamenti eravamo uniti� insomma nel pericolo eravamo unitissimi, ma in linea di massima eravamo indipendenti e gli uni svincolati dagli altri. 


Quindi tra partigiani c'erano grandi divisioni interne �veri schieramenti�.dovuti al credo politico?

Esattamente�gli schieramenti erano tre: Patrioti apuani; Giustizia e Libert�, Brigata Garibaldi. combattevano assieme, tutti volevano l'Italia libera ma ciascuno con ideali e scopi ben diversi. 


E' migliorata velocemente la vita nel dopoguerra? 

Si�la voglia di ricominciare,di tornare a vivere di nuovo,da uomini liberi, era tale da farci dimenticare il dolore e la fame per iniziare una nuova vita e ricostruirla da capo. 


Cosa hai provato ad essere sopravvissuto, talvolta, per la buona sorte, ad amici, compagni, coetanei che combattevano con te in nome dello stesso ideale?
Credo che in guerra l'uomo si riappropri di quell'istinto brutale che si riassume in�"MORS TUA VITA MEA"�� cos�?
 

La guerra l'abbiamo subita, non l'abbiamo mai voluta, l'abbiamo odiata e disprezzata fino all'ultimo giorno. Ma le nostre vite erano tutte a rischio, nessuno era certo di avere la vita salva, ogni secondo era buono per morire� Quante volte mi � capitato di salvarmi la pelle per un pelo, purtroppo anche a scapito di altri; non si � mai felici quando muore un amico�ma ti senti vivo e decidi di fare allora del tuo dolore la tua forza, di fare pi� del tuo"dovere", decidi di combattere anche per lui in nome di quell'ideale comune di LIBERTA'. 


Te lo saresti aspettato un mondo cos�? 

No,ho rischiato la vita in nome di valori come la libert� e la giustizia, amici e parenti sono morti per quegli ideali forti veri� E vedere che il mondo, oggi, � invaso dal qualunquismo e dalla mediocrit�, mi fa gelare il sangue.

 

   
     
 

Materiali primo anno

1. Un Diario del 1943 da Rodi
2. Un articolo del Tirreno
3. Schema intervista
4. Riassunto intervista a Giuseppe Vezzoni
5. Intervista a U.A.
6. Intervista a L.B.
7. Intervista a due sorelle
8. Bibliografia

Materiali secondo anno
1. Lampi di guerra
2. Intervista sulla guerra
3. Testimonianza
4. Intervista a Emore Ascari
5. Intervista a Antonio Bazzichi e Franca Frati
6. Intervista a Cosetta Carducci
7. Intervista a Michele Della Tommasina
8. Intervista a M.L.
9. Intervista a Adele Masetti
10. Intervista a Alda Mencaraglia
11. Intervista a Pasquino Pasquini e Franca Dini
12. Intervista a Aladina Pistolesi
13. Intervista a Fulvio Quintavalle
14. Intervista a Anna Maria Tongiani
15. Tra storia e ricordo

 
 
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