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J.M. Lambin (direction) Casa editrice:Hachette, Paris 1994 Analisi di Mariangela Aliperto e Laura Montemagni. Sigla nel testo: (F)


H. G�nther-Arndt, D. Hoffmann, N. Zw�lfer Casa editrice: Jahrhundert, Cornelsen, Berlin 2000 Analisi di Mariangela Aliperto e Laura Montemagni.
Sigla nel testo: (D)



N. Gace�a, L. Mladenovic Maximovic, D. Zivkovic Casa editrice: Istituto per i libri di testo e le attrezzature didattiche, Beograd 1998 Analisi di Francesca Lombardi e Ilaria Giannini.
Sigla nel testo: (YU)


A. Radziwitt, W. Roszdowski Casa editrice: Wydawnictwo Naukowe PVN, Warsawa 1994 Analisi di Francesca Lombardi e Ilaria Giannoni. 
Sigla nel testo: (P)


A. Prosperi, P. Viola Casa editrice: Einaudi scuola, Milano 2000 Analisi di Giacomo Paolicchi 
Sigla nel testo: (PV)


G. Gentile, L. Ronga, A. Salassa Casa editrice: La Scuola, Brescia 1999 Analisi di Mariacristina Bertacca 
Sigla nel testo: (GRS)


A. Giardina, G. Sabbatucci, V. Vidotto Casa editrice: Laterza, Roma-Bari 2000 (n.e.) Analisi di Marco Rossetti 
Sigla nel testo: (GSV)


F. Della Peruta, G. Chittolini, C. Capra Casa editrice: Le Monnier, Firenze 1997 - Analisi di Alessio Leonardi 
Sigla nel testo: (DPCC)

 
     
 
 
 

 

 


 

Materiali primo anno
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Il dopoguerra in Europa 

Il giudizio prevalente nella manualistica esaminata, sia italiana che estera, relativamente alla situazione dell�Europa al termine della Seconda guerra mondiale � oggi abbastanza concorde.

Cos� � sintetizzato in DPCC: Il conflitto modific� radicalmente la gerarchia politica degli Stati, collocando in primo piano sulla scena internazionale gli Stati Uniti e l�Unione Sovietica [�] e accentuando il declino dell�Europa indebolita e instabile [�]. L�Europa si trasform� cos� da soggetto in oggetto della grande politica mondiale, il cui destino pass� nelle mani delle due superpotenze coloniali� (p.349-350).

 La situazione europea, in questo senso, corrispondeva alla divisione del mondo �in due blocchi contrapposti: quello occidentale, guidato dagli Stati Uniti, caratterizzato da un�economia capitalista e da un�organizzazione politica liberale; quello comunista, guidato dall�Unione Sovietica, caratterizzato da un�economia controllata dallo stato e da un�organizzazione politica totalitaria� GRS, p. 339 (Anche se ci sono eccezioni che lo stesso manuale considera: sono citate la Svezia, la Svizzera, l�Austria, l�Albania, la Iugoslavia). 

In questa prospettiva Patto Atlantico e Patto di Varsavia sono generalmente presentate come alleanze speculari e contrapposte. Alcuni manuali vedono cos� passare in secondo piano le tensioni ideali che avevano caratterizzato la guerra contro il fascismo e il nazismo. 

Cos� GSV: Mentre all�Est l�edificazione e la conservazione dei regimi comunisti si realizzarono a prezzo di sanguinose repressioni e di interventi armati, in Occidente si ebbe il paradosso di un�America, gi� paladina della democrazia e dell�autodeterminazione dei popoli, che si trov�, in nome della difesa del �mondo libero�, ad appoggiare anche regimi autoritari. Con minor determinismo, un giudizio sostanzialmente analogo � in D: La Guerra Fredda fu il risultato non soltanto della sfiducia reciproca. Il confronto che si svolse dal 1947 al 1980 non era un processo inevitabile venuto fuori da idee e sistemi politici contrapposti. Le cause si trovano nelle occasioni lasciate cadere dopo la vittoria sulla Germania e sul Giappone. 

Perch� per� furono lasciate cadere le occasione di una cooperazione? Con la capitolazione della Germania e del Giappone l�ordinamento mondiale del periodo tra le due guerre fu distrutto. La Germania, come grande potenza al centro dell�Europa, era tramontata, ma anche le vecchie potenze europee, Francia e Inghilterra, non erano pi� i fattori decisivi della grande politica. Certamente appartenevano ai vincitori, ma non potevano pi� esercitare nessuna politica da grande potenza. Gli stati europei divengono oggetto di politica mondiale. La situazione era diversa da quella dopo la prima guerra. 

I lineamenti del nuovo ordinamento furono stabiliti da entrambe le potenze guida del sistema internazionale del periodo tra le due guerre: gli USA e l�URSS. In realt�, questa divisione fu il frutto di una serie di atti successivi e il suo carattere precostituito �, in linea teorica, generalmente escluso. Il fatto che essa risalga alle decisioni prese nella Conferenza di Jalta � cos� considerato da GRS (p. 300) �luogo comune�; PV sottolinea che a Jalta fu decisa la spartizione della Germania, mentre �sulla Polonia l�accordo non si trov� (p. 247). Una lettura molto ampia di questo accordo che � generalmente posto all�inizio della divisione in blocchi � proprio nel manuale della Polonia, paese che rimase particolarmente schiacciato dagli interessi delle due superpotenze, dove si ha una valutazione storiografico-politica assai complessa: Alcuni storici fanno notare che a Jalta si svolse una conferenza non �dei tre�, ma dei �due e mezzo�. In effetti la Gran Bretagna, anche se vittoriosa, aveva un ruolo minore rispetto agli Stati Uniti e all�URSS. Si andava in direzione di un mondo a due potenze. Per molti anni la storiografia ufficiale polacca ha sostenuto che la conferenza di Jalta aveva stabilito un �nuovo ordine democratico� a livello mondiale, mentre in maniera rumorosa la storiografia occidentale e quella dell�emigrazione ha affermato che la conferenza aveva deciso della divisione dell�Europa in sfere d�influenza, �consegnando� la Polonia e tutta l�Europa ad est dell�Elba nelle mani dell�unione Sovietica. 

Al passaggio fra gli anni settanta e gli anni ottanta quelle interpretazioni si sono rovesciate in modo paradossale. Il movimento di storiografia e pubblicistica storica indipendente dal potere, che iniziava allora a svilupparsi, metteva in rilievo come le decisioni di Jalta sulle �libere elezioni�, sul diritto dei popoli alla �scelta del sistema politico� non fossero poi state rispettate e, a sua volta, la propaganda ufficiale iniziava a ribadire che �il sistema di Jalta � immodificabile2, il che doveva significare che la Polonia era condannata ad una sovranit� dimezzata e che i tentativi di rendersi indipendenti dall�URSS erano da considerarsi un tentativo di rovesciare le fondamenta dell�ordine postbellico stabilito a Jalta. (p.285).

Anche la Jugoslavia fu nell�occhio del ciclone. YU ci presenta la posizione jugoslava del dopoguerra come animata dalla volont� di continuare �la collaborazione tra tutti i paesi socialisti, ma rispettare la politica di ogni paese� (p. 149). �Il Cominform � continua il manuale � aveva il compito di aiutare lo scambio di esperienze dei vari partiti comunisti nella lotta contro l�imperialismo, ma fu subito chiaro che Stalin, attraverso il Cominform, voleva aumentare il proprio dominio�. Si arriva cos� alla rottura del �48. Dapprima �si accentu� la pressione di Stalin verso il partito comunista jugoslavo con una serie di lettere in cui lo si accusava apertamente di abbandonare il marxismo e di agire in modo non corretto con l�URSS�. Poi, il ritiro degli esperti sovietici, l�annullamento dei trattati economici e militari, fino alla conferenza di Bucarest a cui gli jugoslavi non mandarono rappresentanti e dove fu sancita la rottura. Tito sar� da allora l�alfiere dei paesi non allineati. 

La questione pi� emblematica della divisione dell�Europa del dopoguerra � quella della Germania. La divisione di questo paese � generalmente considerata inevitabile. Eppure, anche in questo caso, una gradualit� � sottolineata in D Le cause della divisione della Germania si trovavano dopo il 1945 negli scopi non concordati insieme e negli interessi delle potenze occidentali e dell�Unione sovietica nel disegno della Guerra Fredda che presto si sarebbe affermata. La distruzione dell�alleanza di guerra cominci� gi� alla Conferenza di Potsdam. Che questo sviluppo dovesse portare alla fine alla formazione di due stati tedeschi nel �45 non era chiaro neppure alle potenze vincitrici. La politica oscillava tra cooperazione e conflitto e condusse solo per gradi successivi alla divisione della Germania. (La strada verso la fondazione di due stati tedeschi, pag. 293) 

Sul problema della denazificazione, � interessante la valutazione del processo di Norimberga. PV considera l�operazione dotata di �basi morali solide, ma basi giuridiche fragili� (p. 251). Particolarmente interessanti le informazioni di D, che sottolineano come l�esito di Norimberga fu ben poco rispetto a quello che in Germania si � fatto poi, quasi a voler sottolineare la capacit� dei tedeschi di liberarsi del passato. La denazificazione valeva in tutte e quattro le zone come premessa per la partecipazione dei tedeschi alla responsabilit� politica. Il primo passo fu la messa al bando del Partito nazionalsocialista, di tutte le organizzazioni ad esso connesse, come pure l�arresto e l�internamento dei quadri di partito, come i capi delle SS e i funzionari direttivi. Un importante passo verso la denazificazione fatto dagli alleati fu il processo di Norimberga (autunno �45-autunno �46) contro i principali criminali di guerra. L�accusa era per delitti contro l�umanit� e la pace e per delitti di guerra. Il tribunale condann� 12 dei 22 accusati alla pena di morte. Tra essi c�erano anche Hermann Goring, Martin Bomann, Joachim Von Ribbentrop; sette furono condannati con l�arresto, tre prosciolti.Seguirono altri processi ai criminali di guerra. Nelle zone occidentali 5.133 persone furono accusate [�]; nella zona di occupazione sovietica [12.807] e 118. I tribunali tedeschi nella RFT e nella DDR condannarono al 1965 circa 24.000 persone. Pi� difficile risult� la denazificazione del servizio pubblico, dell�economia e della popolazione in generale. p. 290. 

Il quadro ci � sembrato in parziale contraddizione con quest�altro brano che parla del clima culturale e politico della Germania nel dopoguerra Allontanamento dalla politica Predominanza del privato significava un secondo ritiro dalla societ� e dalla politica. Dopo le esperienze del nazionalsocialismo, molti non volevano pi� sapere di politica. Questo valeva per le persone pi� anziane che coscientemente o incoscientemente si sentivano colpevoli della catastrofe tedesca, per i pi� giovani che si sentivano colpevoli di tradire il loro idealismo. L�attesa di una occupazione di lunga durata rafforz� la rassegnazione politica, l�apatia. Le vecchie mentalit� di obbedienza verso i superiori e di apoliticismo continuarono cos� a vivere sotto nuova forma. Riuscire nella vita privata, migliorare la situazione personale, costruirsi un�esistenza sicura: questi erano gli orientamenti dominanti nel periodo post-bellico. L�allontanamento dalla politica poteva anche significare dedizione alla cultura. Per la verit� ci fu un risveglio culturale e il tentativo di confrontarsi onestamente con le cause della dittatura nazionalsocialista. Gi� nel �45 fu pubblicato Lo stato delle SS, di Eugen Cogon, ex prigioniero del campo di concentramento di Buchenwald e, nel 1946, La questione della colpa di Jaspers, il pezzo teatrale Il generale del diavolo di Karl Zuckmayer e Fuori davanti alla porta di Wolfang Borchert vennero discusse violentemente. La lingua di molti giovani scrittori era coscientemente aspra e laconica. Si afferm� la parola della letteratura spoglia. Era preminente la continuit�. Lo storico Meinecke propose in tutte le grandi localit� della Germania di istituire �comunit� Goethe� per la salvezza della sostanza culturale e popolare tedesca rimastaci. L�emigrante Wolfgang Langhoff rifer�: �Finalmente una quindicenne cant� chiaramente, sottilmente e pura come il suono delle campane, senza sentimentalismo, senza sbavature: �Vide un bimbo una Rosellina� (poesia di Goethe musicata da Schubert). Questo �, io credo, quello che io amo e quello che mantiene per me la fede nella rinascita della Germania�. (pag. 289).

Ma su tutta la questione, � da valutare bene questo giudizio del manuale italiano PV. Pi� degli austriaci, che pure avevano entusiasticamente votato l�Anschluss, pi� dei francesi e degli italiani, con il loro collaborazionismo e fascismo, i tedeschi, moralmente trascinati come popolo sul banco degli imputati, hanno finito con il mettere in questione e con l�esaminare la propria storia. Nella loro riunificazione, avvenuta cinquant�anni dopo, nei successi politico-economici che li hanno resi uno dei pilastri dell�Europa democratica attuale, non � assente una riflessione sull�orrore di cui si resero responsabili� (p. 252) Sulle prospettive europee, alcuni manuali considerano le spinte che vengono dall�applicazione del piano Marshall. GRS cita al riguardo ampi stralci del discorso del Segretario di Stato americano: � anche evidente che, prima che il governo degli Stati Uniti possa procedere nei suoi sforzi per alleviare la situazione ed aiutare la ricostruzione dell�Europa, debba esservi un accordo fra i paesi europei in merito alle esigenze della situazione e alla parte che gli stessi paesi si assumeranno per rendere efficace qualunque azione possa essere intrapresa da questo governo. Non sarebbe n� opportuno n� utile che questo governo si impegnasse a redigere unilateralmente un programma per rimettere in piedi economicamente l�Europa. Questo compete agli Europei. L�iniziativa, io penso, deve venire dall�Europa. Il compito di questo paese dovrebbe consistere in un aiuto amichevole per la elaborazione di un programma europeo e in un successivo appoggio dello stesso programma nei limiti in cui sar� possibile per noi darlo. Questo programma dovrebbe essere un programma comune, sul quale concordino, se non tutte, diverse nazioni europee. (p. 337). 

La maggior parte dei manuali, per�, contiene giudizi del tipo di quelli presenti in PV, p. 257, per cui �non si trattava [�] soltanto di un aiuto umanitario ed economico, ma, con ogni evidenza, di un investimento politico [�]�. Dopo il rifiuto sovietico, il piano Marshall serv� infatti agli Stati Uniti per �controllare da vicino la condotta economico-finanziaria dei paesi assistiti, orientando la loro politica interna in senso moderato� (DPCC, p. 355).



 

   
     
 

Materiali primo anno

1. Le vicende nazionali 
2. Le vicende italiane
3. Responsabilit� della guerra
4. La guerra razziale
5. La resistenza italiana
6. La resistenza in Europa
7. Il dopoguerra in Europa
8. Osservazioni e conclusioni
9. European Partners

Materiali secondo anno
1. Scheda-campione
2. Temi evidenziati nei testi
3. Analisi del Manuale Histoire
4. Europa, Europe
5. Una prospettiva tedesca
6. Unit� europea e Spagna
7. Scheda dei contenuti
8. Antologia
9. Lezione di G. Mammarella
10. Tabelle comparative tra manuali

 
 
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materiali primo anno
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materiali secondo anno


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