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Materiali secondo anno
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 Antologia 

1. Alle origini della costruzione europea, i problemi e le lezioni della Seconda guerra mondiale: una analisi con molti tratti comuni 

La comune opposizione al regime di Hitler aveva avvicinato combattenti della resistenza e governi in esilio di differenti nazionalit�. Questo movimento condann� il sistema degli stati nazionali e il nazionalismo come causa della guerra in Europa. Come si espressero i resistenti nel luglio del '44: "Solo una federazione unitaria pu� assicurare il mantenimento della libert� e della civilt� sul continente europeo, sostenere la ripresa economica e abilitare il popolo tedesco a giocare un ruolo di pace negli affari europei".

C'era una serie di ragioni per cui gli statisti europei si persuasero a muovere in direzione dell'integrazione europea dopo il 1945. Le pi� importanti erano: il discredito del nazionalismo e il fatto che, durante la guerra, gli stati nazionali europei non erano stati in grado di offrire un minimo di sicurezza ai loro abitanti contro gli aggressori; l'impatto della Guerra Fredda e i bisogni della difesa europea; il fatto che l'Europa aveva cessato di essere la forza dominante negli affari mondiali, rimpiazzata ora dalle due superpotenze, USA e URSS: crebbe perci� l'idea di dare all'Europa la forza necessaria per conservare la propria indipendenza e la propria identit� nel mondo; il bisogno di ampi mercati e di coordinamento negli sforzi economici, in una moderna economia tecnologica se gli europei si apprestavano a competere, per esempio con gli USA; il sostegno americano ad un'Europa forte, in grado di resistere contro l'aggressione sovietica, e dunque le consistenti pressioni americane verso l'integrazione; un modo di risolvere la "questione tedesca" incorporando quello stato in una pi� ampia unit� basata sulla sua riconciliazione con la Francia; una generalmente favorevole disposizione verso l'unione europea dei partiti cattolici. 

(European History, pp. 206-7)


Durante la Seconda Guerra mondiale, rappresentanti dei movimenti della Resistenza sia dell'Ovest che dell'Est europeo svilupparono il concetto di un ordine europeo sovrastatale, precisamente con l'argomento che lo Stato nazionale del XIX secolo non poteva pi� da solo assicurare la pace, il benessere e la democrazia. Dal punto di vista dei rapporti di forza politici si argomentava che l'Europa poteva far valere il suo influsso tra le potenze mondiali degli Usa e dell'Urss solo attraverso un'unione. Oltre a questo un'unione europea sarebbe stata necessaria per legare al continente la Germania in quanto nazione potenzialmente pi� forte. L'opposizione Est-Ovest determin� la riduzione dei piani di unificazione dopo il 1945, che rapidamente si limitarono agli Stati dell'Europa dell'Ovest 

(Geschichtsbuch, 1996, p. 246). 


La diffusione dell'idea di integrazione europea cominci� a partire dalla Seconda Guerra Mondiale, a causa della coscienza generale della necessit� di superare gli effetti della guerra e evitare un'altra conflagrazione. Oltre a ci�, la fine della guerra aveva dimostrato l'accentuarsi della debolezza europea nel contesto internazionale, debolezza che si aggrav� per il permanere nel nostro continente della divisione in due blocchi contrapposti e sottomessi agli Stati Uniti e alla Unione Sovietica. 

(Historia 2000, p. 310) 


L'idea europeista trae la sua forza dal contesto del dopo-guerra. Gli "europeisti" vogliono promuovere uno spirito di riconciliazione e di pace e favorire una rinascita dei paesi distrutti dal conflitto. Sotto l'impulso di Churchill, che predica la creazione degli Stati Uniti d'Europa, si riuniscono nel 1948 al Congresso dell'Aia. La minaccia dell'espansionismo sovietico mobilita sia i democristiani che la sinistra non comunista e spiega il sostegno degli Stati Uniti. 

(Histoire, 1998) 


Bench� l'europeismo abbia radici nel pensiero liberale e democratico dell'Ottocento che propugnava la costituzione di un' "Europa dei popoli" in contrapposizione a quella "dei principi", esso ha preso vigore soprattutto a partire dalla seconda guerra mondiale, di fronte a due eventi storici fondamentali: la creazione di un ordine mondiale basato sul bipolarismo Usa/Urss, rispetto al quale i paesi europei erano ridotti al rango di "satelliti", pi� o meno subordinati; la constatazione dei guasti prodotti dallo "stato-nazione", cio� dalla forma politica sulla quale si era costruita l'Europa moderna, con il trionfo del nazionalismo e poi della sempre pi� violenta competizione economica e militare tra le nazioni. [�] Dopo la conclusione del conflitto mondiale l'Europa occidentale, ruotando all'interno dell'orbita statunitense, risult� per parecchi anni incapace di esprimere una propria identit� politica e vide indebolita la stessa autonomia e la sovranit� nazionale dei singoli paesi. La dipendenza dagli USA, giudicata inevitabile e necessaria per ragioni economiche e politiche, in funzione anticomunista e antisovietica, non venne mai accettata senza riserve (soprattutto in Francia e gran Bretagna); ma solo a partire dalla met� degli anni cinquanta, il completamento della ricostruzione mise le economie europee in grado di competere con quella statunitense, mentre l'attenuazione della guerra fredda rendeva meno stringenti i vincoli con il potente alleato. Presero cos� piede ipotesi di integrazione fra i diversi paesi europei, con l'obiettivo di assicurare al vecchio continente pi� autonomia, maggiore forza economica e, quindi, anche politica. 

(Citt� dell'uomo, pp. 347 e 346) 


2. Gli anni difficili della costruzione europea: lo scontro anglo-francese nelle molto diverse ricostruzioni dei manuali dei due Paesi

Le acquisizioni degli anni '60 


La Comunit� si materializza con l'apertura delle frontiere e l'abbozzo di politiche comuni. 

Le quote spariscono dal 1959 e i diritti doganali tra i sei sono ridotti, poi soppressi nel 1968. Nei riguardi dei paesi terzi, la tariffa comune verso l'esterno si abbassa al 10% alla fine degli anni '60. Solo l'agricoltura resta protetta dalla concorrenza straniera. Essa � fatta oggetto di una politica comune fondata sulla garanzia dei redditi agricoli e l'adozione di prezzi unici nel 1968. La CEE accelera la modernizzazione delle economie dei membri. Certo, l'Europa non � riuscita a costruire una politica comune per l'energia, i trasporti o l'industria. Ma lo spazio comunitario si rivela dinamico. Gli scambi tra i Sei dimostrano una vera solidariet� e la concorrenza rafforza la concentrazione delle imprese, l'innovazione e la produttivit�: Il successo della piccola Europa la rende attraente. 

L'euro-pessimismo degli anni '70 

Il passaggio da sei a nove membri intacca la solidariet� iniziale. Nel gennaio del 1973, L'Inghilterra, l'Irlanda e la Danimarca entrano nella CEE. Il generale De Gaulle aveva opposto il suo veto nel 1963 e 1967 alle due prime candidature britanniche. Egli stimava in effetti che gli orientamenti inglesi sarebbero stati incompatibili con i principi del mercato comune. Il seguito sembra dargli ragione. Gli inglesi esigono nel 1974 e nel 1975 due rinegoziazioni destinate a ridurre i loro contributo al budget comunitario. Chiedono pure una riforma della politica agricola comune e vogliono limitare la CEE a una semplice zona di libero scambio aperta sull'Atlantico. 

(Histoire, p. 170) 


L'allargamento della Comunit�
 

La CEE fu aiutata da vari fattori a stabilirsi. Uno di questi fu il passo rapido e continuo della crescita della prosperit� economica, alla quale contribu�. Un altro fu l'aiuto degli USA. All'inizio i britannici, che si vedevano soprattutto come una potenza mondiale con ampie proiezioni oltremare, reagirono alla CEE proponendo una pi� ampia area di libero mercato di cui facessero parte la Gran Bretagna, la CEE e gli altri paesi dell'Organizzazione per la Cooperazione Economica Europea. Negoziati in questo senso furono interrotti e la Gran Bretagna, sotto la pressione dei paesi scandinavi, decise di andare avanti nella costruzione di una pi� ridotta area di libero commercio. Questo port� nel 1960 alla costruzione dell'EFTA, con sette membri: Regno Unito, Danimarca, Norvegia, Svezia, Svizzera, Portogallo, Irlanda. 

Un anno dopo, il primo ministro inglese Macmillan annunci� la decisione del suo governo di avviare le pratiche per entrare a far parte della Comunit�. Questa domanda incontr� il veto del generale De Gaulle nel gennaio del 1963. De Gaulle, muovendo dal suo precedente atteggiamento di ostilit� nei confronti della Comunit�, considerava i Sei non solo un gruppo non solo utile dal punto di vista economico, ma anche utilizzabile per gli interessi politici francesi [�] egli desiderava escludere un potenziale rivale dalla Comunit� e opporre una resistenza alla supremazia anglo-sassone in Europa. De Gaulle anche nel 1965-66 effettivamente boicott� le istituzioni comunitarie sull'agricoltura e i finanziamenti comunitari [�] L'atteggiamento di De Gaulle non meno che quello, successivo, di Margaret Thatcher, con la sua ben reclamizzata opposizione al sovranazionalisnmo, o al "federalismo", evidenziano la tenacit� dell'idea nazionale in condizioni di crescente interdipendenza economica. 

I negoziati conclusivi e risolutivi per l'allargamento della Comunit� furono aperti nel giugno del 1970, durante la presidenza del successore di De Gaulle, Pompidou. [�] L'ingresso nella Comunit� non pose comunque fine ai dibattiti nel Regno Unito. C'era in particolare una forte ostilit� nel Partito Laburista e nella Trade Union . Ci� spinse Harold Wilson, ritornato al potere nel 1974, ad indire un referendum, nel '75, sull'adesione. Due terzi dei votanti si espressero per rimanere nella Comunit�, ma i maggiori problemi rimasero irrisolti, ed in particolare l'impopolare politica agricola comunitaria e la misura del contributo inglese al budget comunitario 

(European History, pp. 210-211) 


3. Problemi e prospettive del dopo-Maastricht: un quadro molto variegato di luci ed ombre

Il consenso ai processi di unificazione 

All'inizio degli anni novanta, il processo di integrazione ha conosciuto un'importante accelerazione con la firma (febbraio 1992) del trattato di Maastricht. Questo accordo stabilisce che la comunit� - chiamata Unione Europea - raggiunga entro il 1999 l'unificazione monetaria, con la creazione di una moneta unica, l'euro e di una banca centrale europea; indica inoltre nella cittadinanza europea, nell'adozione di una politica comune per la sicurezza, nello sviluppo di iniziative coordinate nella politica sociale e del lavoro gli obiettivi prioritari dell'Unione. 

(Citt� dell'uomo, p. 444)


All'inizio del 1995 poi anche la Svezia, la Finlandia e l'Austria aderirono alla CE, diventata, dal patto di Maastricht del 1991, Unione Europea. Maastricht fu per� pi� di un cambiamento di nome. Il patto pose i fondamenti per una comune politica economico-monetaria, estera e di sicurezza e trasfer� gli ambiti classici cresciuti nei secoli come propri degli Stati moderni nell'Europa unita. Le difficolt� a ratificare il patto di Maastricht - in Danimarca questo riusc� solo al secondo tentativo e anche in Francia la decisione a favore fu raggiunta solo con una maggioranza relativamente ristretta - e la decisione di realizzare una Unione economica e monetaria a partire dal 1999, ammoniscono sulla necessit� di una discussione sociale ampia sulla questione di quali fini debbano essere perseguiti col processo di unificazione europea. 

(Geschichtsbuch, p. 247) 


Le prospettive del consolidamento dell'Unione Europea attraversarono una situazione difficile durante il 1992 e 1993, a causa del deteriorarsi della situazione economica. Il 7 febbraio 1992 fu una data rilevante del processo di unit� europea. Nella citt� olandese di Maastricht si firm� da parte degli stati membri della CEE il trattato dell'Unione Europea, che implicava di superare definitivamente la concezione di "mercato comune" per cedere il passo all'idea pi� ambiziosa di "unit� europea". Questo supponeva un processo di convergenza economica e politica dei paesi che formano l'Unione Europea. Il trattato fu ratificato, non senza qualche difficolt�, come avvenne in Danimarca o in Francia, dai parlamenti e dai cittadini dei paesi membri. 

(Historia, p. 311) 


La riforma delle istituzioni comunitarie 

Le conclusioni di Maastricht hanno reso chiari i limiti di un'Unione Europea che si sosteneva prevalentemente sugli effetti dell'integrazione dei mercati. I molti ambiti politici che devono trasformarsi in competenza dell'UE hanno sollevato la questione della loro legittimazione democratica. Il mandato indiretto della Commissione europea di Bruxelles e del Consiglio dei ministri europei non � pi� sufficiente a rendere visibili ai cittadini la trasparenza delle decisioni. 

(Geschichtsbuch, p. 247) 


Il Consiglio dei Ministri che prende le decisioni deve raggiungere l'unanimit�: La Commissione di Bruxelles � ridotta ad una funzione di organo proponente ed esecutivo e il Parlamento, formato da eletti a livello nazionale, non ha che un ruolo consultivo. Accettabile in una Comunit� di Sei, questo compromesso diviene impraticabile in un'Europa allargata. [�] L'Europa cerca oggi di riformare le sue istituzioni per rendere praticabile la prospettiva di una Comunit� di 25 membri. [�] Il progetto europeo resta in fondo stretto tra sostenitori e avversari della sopranazionalit�. L'Inghilterra, campione del rispetto delle sovranit� nazionali, trova vasta eco nella sua battaglia contro i "federalisti" che sognano di arrivare un giorno ad un vero governo europeo e ad una vera unione politica 

(Histoire, p. 174) 



Le questioni sociali 

Il Trattato di Roma non accorda che un minimo spazio alle questioni sociali. Il testo del 1957 fissa come obiettivo "il rapido innalzamento dei livelli di vita" ma lascia la politica sociale agli Stati. Fino agli anni '70, tuttavia, ha degli effetti positivi: la concorrenza avvantaggia i consumatori, la disoccupazione � bassa e le societ� sono omogenee. Dagli anni '80 invece il degrado sociale � forte. La disoccupazione tocca oggi pi� dell'11% della popolazione attiva. Il neoliberismo indebolisce la popolazione attiva a fronte della flessibilit� del lavoro. Il deficit di fondi sociali mette in crisi lo stato assistenziale. [�] 

(Histoire, p. 174) 


Le fasce sociali deboli e gran parte del ceto medio hanno paura di perdere le sicurezze dello Stato sociale che lo stato nazionale garantisce loro in un "superstato" dominato dagli interessi economici. 

(Geschichtsbuch, p. 247) 


Sul piano economico, la grande difficolt� di questa fase di transizione verso la moneta unica consiste nel dover conciliare politiche di rigore economico con l'evidente necessit� di ridurre la disoccupazione, che si attesta oggi (1997), nei paesi comunitari, intorno ad un tasso medio del 10%. Si tratta di due priorit� entrambe ineludibili, perch� la stabilit� monetaria � indispensabile all'Unione, ma lo � altrettanto una politica del lavoro che accresca l'occupazione. Aggiungiamo che le politiche di rigore finanziario fin qui seguite, centrate prevalentemente su una riduzione della spesa pubblica a fini sociali, non possono intaccare la sicurezza sociale (pensioni, salute, indennit� di disoccupazione) oltre un limite ritenuto accettabile dal cittadino europeo; n� pu� essere disattesa quell'esigenza di protezione delle fasce pi� deboli della popolazione che la cultura politica ed economica dell'Europa continua a considerare fondamentale. Come conciliare rigore economico e finanziario, giusta tutela dei pi� deboli, lotta alla disoccupazione? [�] � probabilmente la promessa di rispondere positivamente a questo interrogativo che spiega le recenti affermazioni elettorali di forze di centro-sinistra o di sinistra riformista, quali la coalizione dell'"Ulivo" in Italia con Romano Prodi (1996), i socialisti in Francia con Lionel Jospin (1997) e i laburisti in Gran Bretagna con Tony Blair (1977). 

(Citt� dell'uomo, p. 444) 


La politica estera
 

Ci� che si pone sotto il nome di politica estera e sicurezza comune riesce solo faticosamente ad esprimere una mediazione tra le nuove differenze tra gli interessi degli stati nazionali. Oltre a ci�, l'inapparenza, una volta che � finito il conflitto Est-Ovest, ma al tempo stesso la realt� della riunificazione delle due parti della Germania fa s� che si ripresenti un modello di ordine basato sugli stati nazionali. 

(Geschichtsbuch, p. 247)


L'ordine di pace in Europa, che dopo la fine del conflitto Est-Ovest doveva essere tenuto a battesimo, dovette in primo luogo reagire di fronte alla paura di una Germania dominante dal punto di vista politico ed economico. La questione di un vincolo della Germania si pose anche nell'interesse del paese stesso che voleva dissipare tutti i dubbi dell'integrazione politica dell'Europa attraverso una accelerazione. 

(Geschichtsbuch, p. 251) 


1992

 Durante la discussione sul trattato di Maastricht � cambiata anche la costituzione tedesca. Nell'art. 23, la realizzazione di un'Europa unita � assunta come fine dello Stato. La Corte costituzionale federale respinge un ricorso che voleva evitare che la Germania potesse delegare il diritto statale all'Unione europea nel futuro. L'art. 23 della Costituzione, al 1� comma, recita: "La repubblica federale tedesca collabora per la realizzazione di una Europa unita nel contesto dello sviluppo dell'Unione europea. La Federazione pu� trasferire a questo fine attraverso legge con l'approvazione del Bundesrat il diritto di sovranit�". 

(Geschichte und Gegenwart, p. 348) 


A partire dal suo significato di integrazione economica, la CE aveva unificato anche le concezioni politiche e i fini dei suoi stati e li aveva rappresentati sulla base di intese a livello internazionale. Questo ruolo di attore di una politica estera di sicurezza comune fu assunto dalla CE in occasione dei conflitti di nazionalit� nella ex URSS e nei Balcani nel dicembre del '91, quando i 12 ministri degli Esteri licenziarono un catalogo di criteri per il riconoscimento diplomatico di nuovi stati nell'Europa orientale e sottoscrissero patti di associazione con la Polonia, l'Ungheria, l'Urss . Dal cambiamento in Unione Europea e dalla rivendicazione di questa a costituire una politica estera e di sicurezza comune, l'UE ha sempre pi� fortemente cercato di profilarsi come organizzazione per la regolazione dei conflitti. Sulla base dei divergenti interessi degli stati membri, in particolare Francia e Gran Bretagna, la sua capacit� di azione nella politica di sicurezza � stata per� limitata. 

(Geschichtsbuch, p. 251) 


Alle difficolt� economiche e politiche dell'unione Europea si � aggiunto l'impatto, crescente nell'opinione pubblica, dell'incapacit� europea a disimpegnare un ruolo pacificatore nella guerra civile della ex Iugoslavia. Un altro conflitto, questo di carattere commerciale � stato lo scontro dell'Unione Europea con gli Stati Uniti, a causa dell'Uruguay Round e, soprattutto, per la richiesta nordamericana che l'Europa diminuisse i margini di protezione della sua agricoltura. Di fronte a questa pretesa, si � levata l'adirata protesta della Francia, che si considera la pi� pregiudicata se il Mercato europeo si apre alla libera concorrenza del commercio agricolo internazionale 

(Historia, p. 334)


Partners e alleati, gli Stati Uniti continuano un dialogo difficile. Nel corso dell'ultimo negoziato GATT, denominato Uruguay Round, l?Europa ha accettato una riduzione del suo sostegno all'agricoltura. Essa si � impegnata, dopo Maastricht, nell'elaborazione di una PESC (Politica estera e di sicurezza comune), che prevede alla conclusione l'attivazione di una difesa comune. Questo grande cantiere, reso urgente dall'impotenza dimostrata dalla Comunit� di fronte alla guerra civile nell'ex-Iugoslavia, si scontra con la volont� americana di mantenere la preminenza della NATO. Analogamente la creazione dell'euro pone la delicata questione del ruolo della moneta unica a fronte del dollaro. 

(Histoire, p. 176) 


L'allargamento della Comunit� 

Con la caduta del comunismo nell'Europa orientale e la riunificazione della Germania, la Comunit� si trova a far fronte alla richiesta di integrazione, sia da parte di paesi occidentali, come l'Austria, sia da parte di stati gi� comunisti come la Polonia e la Cecoslovacchia. La necessit� di compiere adattamenti rispetto a circostanze molto cambiate � uno dei principali motivi che stanno dietro al tanto dibattuto Trattato di Maastricht del dicembre del 1991. Il dibattito originario sull'integrazione si � ora riproposto in discussioni sul fatto se la Comunit� debba essere "allargata" o "approfondita", o entrambe le cose, circa insomma l'estensione territoriale e l'estensione della centralizzazione dei processi decisionali. 

(European History, p. 211)


 Dopo la caduta del comunismo, la Comunit� pu� inglobare tutta l'Europa. L'allargamento a Est, che riguarda 10 paesi e 100 milioni di persone, pu� rafforzare la stabilit� in Europa centrale e accelerare la transizione verso la democrazia e l'economia di mercato. Ma il costo dell'unificazione tedesca spiega la prudenza dell'Unione europea. Essa ha siglato accordi di associazione, accorda un aiuto finanziario per la modernizzazione e aprir� i negoziati di adesione nel 1998. I primi ingressi sono previsti per la Polonia, l'Ungheria e la repubblica ceca verso il 2002 

(Histoire, p. 172)


 Incombe sull'unit� europea il problema di quale atteggiamento tenere nei confronti delle nuove democrazie o realt� politiche sorte nella parte orientale del continente, molte delle quali (gli ex stati satelliti dell'Urss, ma anche le repubbliche baltiche) hanno gi� firmato accordi di associazione e altre aspirano a farlo. � chiaro che una Unione politica europea allargata risulter� ancor pi� difficile da governare e comporter�, data la situazione economica dei possibili nuovi ingressi, pesanti costi che andranno ripartiti fra i paesi pi� forti; d'altro canto, � difficile pensare che un consolidamento economico e politico di quelle aree, nonch� un effettivo progresso civile dell'intero continente, possa avere luogo senza uno sviluppo del processo di unificazione.

(Citt� dell'uomo, p. 445)




 

   
     
 

Materiali primo anno

1. Le vicende nazionali 
2. Le vicende italiane
3. Responsabilit� della guerra
4. La guerra razziale
5. La resistenza italiana
6. La resistenza in Europa
7. Il dopoguerra in Europa
8. Osservazioni e conclusioni
9. European Partners

Materiali secondo anno
1. Scheda-campione
2. Temi evidenziati nei testi
3. Analisi del Manuale Histoire
4. Europa, Europe
5. Una prospettiva tedesca
6. Unit� europea e Spagna
7. Scheda dei contenuti
8. Antologia
9. Lezione di G. Mammarella
10. Tabelle comparative tra manuali

 
 
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